“Fino al 16 chiudono molte scuole siciliane. Chiudono a Palermo e in molta parte della provincia, compresa Bagheria. Non lo decide il governo, il CTS nazionale, la Regione Siciliana: lo decidono i comuni. Mi domando che senso abbia consultare i massimi esperti italiani, confrontarsi tra forze politiche, avviare discussioni impegnative a ogni livello, se poi una scelta così seria la si carica sulle sole spalle dei sindaci. Non ci siamo. “
A sostenerlo è l’onorevole Vittoria Casa, presidente della commissione parlamentare all’Istruzione.
“Le ragioni che stanno alla base dell’apertura delle scuole rimangono tutte. La politica del rinvio non cambierà la situazione pandemica. L’impennata dei contagi c’è stata a scuole chiuse ed è indipendente dall’attività in presenza. Pensare di preservare la situazione chiudendo le aule è pura utopia. Ragazze e ragazze non resteranno reclusi in casa. Troveranno piuttosto altre forme d’incontro. Senza regole e senza scuola.
Intanto i giorni passano e un’intera generazione – suo malgrado – sta accumulando ritardi e problemi dei quali non si rende nemmeno conto. Viviamo in un Paese nel quale contano i diritti di tutti tranne quelli dei minori, di chi non vota e non ha voce. Di chi subisce le decisioni del mondo adulto e non sa che per quelle decisioni passa la sua povertà educativa, le sue difficoltà psicologiche, la sua propensione all’abbandono, la perdita dell’unico ascensore sociale che esista nel Paese. Scuola è tutto questo, è diritto costituzionale all’istruzione, è vita quotidiana per quasi dieci milioni di persone. E noi la chiudiamo perché paga colpe altrui, perché siamo perennemente indietro su mascherine, trasporti, tracciamento, distanziamento. Così: con un’ordinanza della sera per la mattina. Senza veder mai giorno.”
