Voglio porgere un caro saluto a Nino Tomasello che è scomparso prematuramente lasciandoci attoniti e increduli. Nello stesso tempo, vorrei ricordare alcuni episodi che riguardano il suo incarico di presidente del Bagheria calcio. Al termine del primo anno di presidenza (1990-91), dopo una sentenza scandalosa da parte degli organi della giustizia sportiva, avrebbe voluto dimettersi.
E non lo fece solo perché la sua passione sportiva era al di sopra di ogni altra considerazione. Ingoiare il rospo non fu certo una bella cosa. Mi spiego meglio.
La squadra veniva dall’inopinata retrocessione nel Campionato di Promozione e Nino Tomasello costituiva una garanzia per ritenere che ci sarebbe stato un immediato ritorno nella serie superiore. E, infatti, tutto stava filando liscio, quando alla 24^ giornata (24 marzo 1991), la squadra, che era prima in classifica, subì un’aggressione mentre si apprestava a immettersi negli spogliatoi del campo sportivo di Riesi. Chi ebbe la peggio fu il nostro difensore Calamia che dovette essere ricoverato all’ospedale di Mazzarino, dove rimase in osservazione per 24 ore, per trauma cranico e trauma contusivo alla regione orbitale sinistra. Si perse quella gara per 1-0, anche perché psicologicamente i nostri giocarono con il pensiero rivolto al loro compagno ricoverato in ospedale. Fu presentata, prima della gara, riserva scritta all’arbitro e in seguito ricorso agli Organi disciplinari della F.I.G.C. Dopo due mesi si concluse il Campionato e, purtroppo. l’Alcamo ci aveva superato di un punto (45 contro 44). Siamo al 12 maggio 1991.
Si aspettava da un momento all’altro la decisione della giustizia sportiva; l’attesa era spasmodica perché la statuizione della nostra vittoria a tavolino ci avrebbe consentito di ribaltare la situazione. Ma solo dopo più di un mese dalla fine del Campionato arrivò la sentenza definitiva che non condannava la società Riesi per responsabilità oggettiva.
“Ma la beffa – scrive Attilio Megna sul G. di S. del 24 giugno 1991 – per la Società non si è esaurita solamente nella respinta del ricorso. Nel telegramma, la Caf ha comunicato il deferimento del presidente Tomasello, “reo” di avere sollecitato piuttosto calorosamente la decisione della Commissione dovendo la società decidere il da farsi, soprattutto nei riguardi dei giocatori”.
Allo stesso Megna, Nino Tomasello dichiarò: “E’ questa la cosa che mi fa più rabbia. Nelle settimane passate avevamo chiesto alla Caf di essere più sollecita nella decisione, motivata anche dalla certezza che quest’Organo avrebbe fatto giustizia in un episodio che aveva sofferto di troppe ingiustizie. Hanno dato ad un episodio di violenza un “patentino” di legalità i cui effetti negativi sicuramente si vedranno nelle prossime stagioni. Hanno autorizzato virtuali episodi di violenza che non si sa proprio come potranno essere frenati”.
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Quando ci capitava di incontrarci, non potevamo non accennare alla sfortunata stagione 1990-91 ed evidenziare soprattutto che anche nel calcio, spesso, se non si hanno Santi in Paradiso, non si va da nessuna parte e quell’anno l’Alcamo di Santi ne ebbe in abbondanza e non soltanto in Paradiso-. Ma gli ricordavo anche i suoi meriti, soprattutto uno, quello di aver riportato la squadra nel Campionato Nazionale Dilettanti a conclusione del suo terzo anno di presidenza (1992-93).