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sabato 23 Novembre 2024

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Sullo sviluppo del territorio

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8 minuti

di Santo Lo Piparo

Da fonti giornalistiche si apprende che dalla Corte dei Conti si è avuto il via libera della delibera CIPE (a valere Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020) nella quale sono stati ammessi a finanziamento interventi per ben 48 mln di euro per la Città Metropolitana di Palermo con una dotazione di 40 milioni di euro per i comuni del territorio metropolitano.
Sembrerebbe una notizia, anche alla luce del fatto che il Comune di Bagheria dal Patto dei Sindaci non è riuscito ad ottenere alcun finanziamento ad eccezione di una piccola riserva per Centenario di Renato Guttuso itinerari culturali multimediali 1.468,500,97.
A dire il vero anche in questa delibera non ci sono opere pubbliche ammesse a finanziamento per la nostra Città.
La notizia non suscita ormai alcun scalpore.
Lasciando da parte inutili giustificazioni e vittimismi, in cui si dirà che la Città Metropolitana gestita da Orlando è contro questa amministrazione e anche il governo Nazionale Regionale e chi sa quale altra forza oscura, rimane un fatto inequivocabile, la nostra Città mancando di Programmazione e di Progettazione non è in grado di attrarre finanziamenti.
La Programmazione locale è lo strumento per l’attuazione di una strategia di sviluppo, che deve collocare secondo delle precise direttrici, la Città nel quadro metropolitano valorizzandone gli aspetti vocazionali territoriali.
Evidentemente non essendoci alcuna strategia e viaggiando a vista, si arriva tardi alle scadenze o affatto preparati ai tavoli di concertazione, nei quali portare avanti istanze locali e percorsi di completamento, di fatto già iniziati molti anni addietro.
Se la pulizia delle strade e il rifacimento dell’asfalto di alcune di esse grava direttamente sulle casse comunali, la realizzazione delle opere pubbliche non può avere la stessa natura e deve avvalersi dei fondi straordinari opportunamente intercettati.
La politica locale, di questi ultimi anni, non ha posto alcuna attenzione su questi argomenti, la prova è che non si sono organizzati tavoli di concertazione, non si avviato alcun tavolo tecnico istituzionale con i comuni vicini (magari nell’ambito dei piani GAC e GAL) per individuare interventi strategici per servizi sovralocali che Bagheria ha l’obbligo di sviluppare, ancora non si avviato nessun piano di integrazione sovrastrutturale con il Comune di Palermo. Si è avuta una dolosa distrazione sul tema del PRG e infine, non si conosce quale possa essere la strategia di sviluppo dall’area interessata dal Comune di Bagheria.
La nostra città di Bagheria ha in corso una deriva territoriale, caratterizzata da una progressiva negazione di servizi sovra locali e da uno scenario di decadimento amministrativo complessivo, con una conseguente perdita di attrattività del territorio e depauperamento  delle risorse attive.
La condizione attuale è quella di una conclamata regressione sui parametri di sviluppo e il rischio presente e imminente è di un ulteriore peggioramento complessivo del sistema sociale e produttivo locale.
Una vera e propria “Caporetto”, che costringe ad una lettura sicuramente non positiva non solo del presente ma drammaticamente anche del futuro.
Ritornando al tema della programmazione, l’opera pubblica è un “bene ad utilità pluriennale”, che va oltre la visione delle cose immediata e che determina le condizioni di sviluppo di un’area o di un territorio anche per le generazione future.
Ormai è divenuta opinione acclarata e comune che le disponibilità economiche per i servizi e opere pubbliche non sono più da ricercare nell’ambito degli strumenti ordinari, quanto piuttosto in una strutturazione organizzata di servizio, che garantisca competitività all’ente e attrattività dei fondi Europei indiretti afferenti ai vari programmi multilivello (P.O., PON ect) e ad una partecipazione diretta e trasparente del privato.
I fondi europei, intervenendo in modo straordinario, dovrebbero creare le condizioni per una fase di rilancio del territorio, secondo logiche non di tipo assistenzialistico ma bensì di economia che crea reddito, in funzione di un miglioramento del livello di vita del cittadino.
Sono ormai da diversi anni queste le uniche fonti di finanziamento disponibili per fare una politica di sviluppo locale.
L’adozione di una politica di programmazione per lo sviluppo, che tenga con conto non solo di Bagheria ma che includa anche il comprensorio nei limiti dell’area metropolitana, impone studi programmatori finalizzati alla scelta degli interventi convergenti, utili a sviluppare sinergie tra i sistemi di interesse pubblico e privato.
Non avere uno scenario di crescita che sia credibile, economicamente sostenibile, compatibile con le politiche ambientali, condiviso con la popolazione locale e che sottenda ad una visione di sviluppo concretamente perseguibile, lascia i territori, gestiti dalle singole amministrazioni locali, ad una conduzione localistica caratterizzata da una espressione di emergenzialità e contingenza.
Sarebbe stato interessante trovare tra i progetti ammessi a finanziamento interventi come il potenziamento dello svincolo di Bagheria, il potenziamento e la funzionalizzazione del  depuratore di Aspra, il recupero e la riqualificazione dei tanti beni confiscati, il completamento dell’area PIP, il completamento delle opere di recupero ambientale di  Monte Catalfano comprendendo anche le cave, riqualificazione del centro storico ect, ma per l’ennesima volta assistiamo ad una assegnazione di fondi in cui il nostro ruolo è quello di inutili spettatori.
I percorsi programmatici di sviluppo non possono essere approntati sulla indeterminatezza e approssimazione, ma necessitano di un continuo approfondimento e studio, competenza e organizzazione.
Il tema è di centrale importanza, per il ruolo che Bagheria intende ritagliarsi nelle dinamiche di specializzazione del territorio dell’area Metropolitana.
È necessario che ci sia da parte dell’Amministrazione una riflessione immediata e urgente su questi temi.
Ci sono nella nostra Città competenze e esperienze che possono essere di aiuto per invertire la rotta, bisogna avere la volontà e l’umiltà di farlo.
È un atto di responsabilità improcrastinabile per il futuro della nostra Città.

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