di Antonino Russo
Qualcuno si chiede: Perché per le elezioni comunali è più facile che alcuni politici cambino partito, senza perdere l’elettorato?
Semplice. Nei Comuni si vota per la persona: e l’elettore la segue ovunque vada. E’ un voto fiduciario e non si tocca, a meno che vi sia un torto subito: in quel caso il tradimento è giustificato.
Le elezioni degli anni cinquanta le ricordo come una festa. Intanto erano una novità, specialmente per le donne che avevano da poco acquistato il diritto al voto che prima non avevano.
C’era la novità dei partiti politici e la sorpresa dei comizi in piazza. Anche se i politici locali non avevano il dono dell’equilibrio, venivano alcuni da Palermo, o addirittura dal Continente a dare man forte. E noi tutti li ascoltavamo a bocca aperta perché quelli sapevano parlare. Il comizio, infatti, era detto “’a parrata”.
Alcuni paesani cercavano una loro collocazione politica e si iscrivevano ad un partito, altri rimanevano indecisi perché tutti gli oratori che si esibivano in piazza erano ugualmente convincenti. Poi, al momento delle elezioni, si presentava il “tizio” al quale era impossibile dire di no e la scelta era fatta. Gli attivisti allora non erano molti: erano poco, ma buoni.
Il loro impegno era costante, caloroso ed esemplare. I più, invece, si aggrappavano alla persona, indipendentemente dal partito di appartenenza.
Oggi credo che le cose siano cambiate di molto. Vedo pochi attivisti e molti politici che saltellano da una postazione all’altra, in cerca di una sistemazione confacente. Agli elettori girano gli occhi. Poi individuano un soggetto e decidono per chi votare.
Ecco uno dei vantaggi della democrazia!!