di Giusy Gerratana
La situazione di quasi dissesto finanziario in cui versa Santa Flavia, dal nostro gruppo Onda Libera ampiamente prevista e annunciata durante la campagna elettorale (bastava leggere le osservazioni della Corte dei conti), non ci coglie di sorpresa. Per un semplice esercizio di onestà intellettuale, sarebbe del tutto ingeneroso attribuire le colpe di tale dissesto all’attuale Sindaco, ma sempre per tale esercizio, riteniamo che l’attuale classe politica non sia capace di andare oltre a sbrigative e redditizie pratiche di tassazione, che come è noto, oltre che a ingrossare il fardello dei singoli cittadini, non eliminerebbero il danno –ormai strutturato-ma semmai potrebbe contenerlo solo per l’immediato.
Crediamo, ora come allora, che La questione vada affrontata attraverso un piano emergenziale organico che preveda strategie di rientro nel breve , medio, e lungo termine , che potrà avere luogo solo attraverso il concorso di tutte le parti sociali interessate, che a vario titolo potranno partecipare, attraverso passaggi concertativi, alla stesura delle regole o accordi finali. Pensiamo ad esempio (tra le azioni a breve termine), ora come allora, a passaggi concertativi per l’ottimizzazione delle risorse professionali interne al fine di elaborare progetti obiettivi strategici per lo smaltimento di pratiche arretrate relative a riscossioni di tasse sul suolo comunale dovute e dolosamente non pretese dagli amministratori precedenti.
Sempre nel breve termine, pensiamo, ora come allora, ad una politica senza se e senza ma sul mercato ittico, ritenendo lo status quo assolutamente inaccettabile non solo per i mancati (ingenti) introiti nelle casse comunali, ma anche per una evidente quanto allarmante questione igienico sanitaria, oltre che, attraverso una gestione rigorosamente legalitaria, daremmo la possibilità ai nostri pescatori di contenere fenomeni ricattatori e di deprezzamento dei loro prodotti.
Pensavamo di elaborare delle forme di “azionariato civico” e di tassazioni temporanee prevedendone la relativa restituzione con gli introiti a regime di progetti a medio e lungo termine, quali:
1- Progetto relativo allo smaltimento autarchico e differenziato dei rifiuti, trasformandoli in risorsa e reddito piuttosto che oneri del tutto insostenibili utilizzando forme di credito nazionale ed europeo.
2- Attraverso l’adozione di un PEC (piano energetico comunale) mirato alla realizzazione di forme di produzione di energia solare mediante lo sfruttamento di superfici comunali o vaste porzioni territoriali. L’ idea produttiva mirava ad una convenzione con l’ente gestore nazionale al fine di un abbattimento totale dei costi energetici pubblici e privati nel territorio di Santa Flavia a compensazione delle tassazioni temporanee in prima battuta e a costi agevolati in una seconda fase.
3- Non potevamo non ritenere una risorsa tutto il contesto territoriale e ambientale che con i suoi Beni Culturali lo rendono unico e attraente, e da qui l’ipotesi di uno sfruttamento anche economico attraverso iniziative tematiche quali amplificatori attrattori, al fine di aumentare e incentivare piccole imprenditorie commerciali relative al circuito culturale.
Va da sè che questa era ed è la nostra visione di società sostenibile, e ritenevamo di avere anche le capacità necessarie per attuare quel programma, oltre che le capacità di interlocuzione con tutti gli organismi regionali di riferimento. Eravamo consapevoli che si sarebbe dovuto attuare un piano di “salute” pubblica e che in quanto tale occorreva una interlocuzione diversa con l’eventuale opposizione, e cioè una potenziale interlocuzione inclusiva piuttosto che di scontro fine a se stesso, portando con i fatti e sulle questioni concrete all’autoisolamento di chi non fosse realmente interessato al bene della collettività,
ma alla luce degli esiti elettorali e delle questioni odierne, non esitiamo a dire che forse eravamo estremamente razionali quanto utopici.