I carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo hanno recuperato e restituito al direttore del parco Archeologico di Solunto Stefano Zangara, dei reperti databili dal II al XI secolo Dopo Cristo.
Alla consegna ha preso parte Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Si tratta di un’Anfora biansata, con concrezioni marine, altezza 83 centimetri circa, un’anfora frammentata nel collo, con doppio foro centrale, con concrezioni marine, altezza 112 centimetri circa, un’anfora biansata, con evidenti concrezioni marine, altezza 44 centimetri circa, un’anfora biansata, collo frammentato e cava alla base, con concrezioni marine, altezza 60 centimetri circa, e un elemento cilindrico fittile, con concrezioni marine, altezza 56 centimetri.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese e rientrano nell’ambito della costante attività di contrasto all’illecita detenzione di beni archeologici, sviluppata mediante il continuo monitoraggio degli annunci sul web.
I militari del Nucleo TPC, con il supporto dei colleghi dell’Arma territoriale, sono riusciti a risalire all’autore dell’inserzione, denunciato per ricettazione, nella cui abitazione sono stati rinvenuti i manufatti, già dichiarati autentici dai funzionari della Soprintendenza Regionale per i BB.CC.AA. di Palermo.
L’attività compiuta dimostra, ancora una volta, come il web costituisca uno dei principali canali di comunicazione e commercializzazione illegali dei beni culturali, poiché consente di raggiungere agevolmente un elevato numero di utenti, spesso inesperti e incuranti della normativa di settore, che punisce le illecite ricerche, l’impossessamento e la vendita di manufatti archeologici.
Sul sito www.carabinieri.it, nelle pagine dedicate al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, sono pubblicati i consigli su come comportarsi in caso di rinvenimento fortuito di beni archeologici.