di Vittorio Panno
Passate circa tre settimane e smaltita la delusione o l’euforia ( a seconda se sconfitti o vincitori ) è ora il tempo per tentare una valutazione, se possibile obiettiva, del risultato del 9 giugno a Casteldaccia.Il risultato elettorale comunale ha sancito in maniera incontestabile e senza appello la sconfitta del progetto alternativo alla amministrazione precedente. Quali le componenti che hanno portato alla vittoria della precedente compagine amministrativa? il motivo principale è che gli elettori non hanno complessivamente ritenuto credibile il progetto alternativo in tutte le sue sfaccettature e componenti. Restano da valutare il ruolo delle”famiglie casteldaccesi”, il ruolo del mondo imprenditoriale, e di certe operazioni politiche che nella migliore tradizione trasformista e gattopardiana hanno visto transitare tra le fila del Megafono forze che per tradizione e per pratica quotidiana del potere sono mille miglia lontane dalla cultura progressista e di sinistra. Certamente in questa operazione (che tanti mal di pancia ha sollevato in tutte le componenti della sinistra casteldaccese) ci sono pesanti responsabilità di chi ha dato copertura politica a questa innaturale trasmigrazione. Purtroppo ormai il trasversalismo ed il trasformismo (come testimoniato in questa campagna elettorale anche dall’ iperattivismo, non in raccordo col proprio partito, di qualche aspirante dirigente regionale PD del nostro territorio) si stanno impadronendo della pratica politica regionale. Certamente questo voto può essere la spia della formazione di un nuovo blocco sociale e politico, che seppur con mille contraddizioni, si sta cementando attorno ad obiettivi ”concreti ” anche se a tutt’oggi ancora non chiari.
Altra riflessioni va fatta sulla situazione della sinistra casteldaccese. Leggo articoli che hanno al centro dell’analisi il risultato del PD locale. Anche qui la sindrome di Prodi (la capacità di farsi sempre ed inutilmente male da soli, gettando al vento le possibili vittorie e guardando i propri gretti interessi di parte senza una visione globale di sinistra e progressista) l’ha fatta da padrona. La realtà è che una lista preparata in pochissimo tempo, con diserzione e latitanza di fantomatici elettori PD (movimentisti dell’ultima ora, Vetraniani, Riggiani, rivoluzionari civili, questuanti in cerca di un ruolo e rendita) ha ottenuto 471 voti, risultando la seconda lista della nostra coalizione. Certamente molto dovrà essere fatto e molto dovra’ essere rivisto, ma ripartiremo sicuramente dai numerosi volti nuovi che ci hanno messo la faccia, candidandosi sotto il simbolo del PD. C’è un partito, c’e’ un gruppo consiliare consociatosi col consigliere locale del M5S (che ha alle spalle una storia personale e familiare di sinistra ), c’e’ soprattutto un gruppo che è stato molto apprezzato dagli altri componenti della nostra coalizione per lealtà, correttezza e soprattutto capacità di lavorare per obiettivi comuni con concretezza e lungimiranza. Ripartiamo sicuramente non dal nulla ma da solide basi.
Infine una riflessione che riguarda il gruppo uscito vincitore dalla competizione elettorale. Fermo restando il rispetto personale verso tutti i neo eletti, alcuni dei quali conosco personalmente e stimo, a cui vanno gli auguri per l’elezione e per il lavoro che andranno a svolgere, mi pongo, forse prematuramente, un interrogativo: sarà la risposta che daranno al paese, quella adeguata per intercettare l’esigenza di trasparenza, legalità, rilancio produttivo ed economico del paese, servizi funzionanti,riordino urbanistico che i cittadini hanno chiesto alle diverse coalizioni durante la campagna elettorale?