Avete presente le sculture figurative di Lucio Fontana degli anni Trenta – Quaranta? quelle realizzate in Argentina senza la cura dei particolari, tanto cari al suo maestro Luigi, che vedi caso, era pure suo padre. Questa mancanza di cura dei particolari rendeva le sculture simili alle pupaccene, senza però che in lui venisse meno la libertà. È grazie a questa libertà che oggi l’artista è riconosciuto in tutto il mondo.
Chissà, magari lui non era abbastanza contento, o forse aspirava a qualcosa di più, come, se fosse stato possibile, far conoscere lo spazialismo oltre i confini del nostro pianeta; intanto i suoi graffi, le sue feritoie, i suoi buchi neri, sono di certo un varco verso l’altrove.
E vi ricordate i comizi elettorali di “Cicciolina” negli anni Ottanta – Novanta per il Partito dell’amore? nell’Italia bigotta del pretore Salmeri che condannava per atti contrari alla pubblica decenza le ragazze che indossavano la minigonna, mentre “Cicciolina” di là dalla politica ideologica dei partiti politici, sdoganava la sessualità e non solo quella verbale, cambiando i costumi degli italiani.
Ci sarebbe da rattristarsi se pensassimo di poter fare a meno di artisti come questi. Pensate cosa sarebbe il mondo di oggi senza personalità di questa caratura: senza Lucio Fontana che apre il varco al rinnovamento artistico e/o Ilona Staller che invita tutti i cicciolini e le ciccioline a spargere dappertutto petali di rosa. Questo era lo stato dell’arte e questo è il vero ruolo dell’artista di successo.
Queste donne e questi uomini li troveremo nei libri di storia, gli altri, dopo qualche stagione di successo bla bla bla, pian piano si dissolvono e si trasformano in materia organica, proprio come le cattive mostre degli assessori che proliferano in tutta Italia.
La foto: opera di Lucio Fontana della collezione del Museum di Bagheria.