Ci sono nomi eccellenti nel processo in cui è indagato il bagherese Giuseppe Richichi 28 anni, direttore editoriale della Imart di Marsala e Giuseppe Aleci, 36 anni, presidente della stessa casa editrice.
I due, secondo l’accusa, dovevano pubblicare il libro scritto dalla pornostar Lea Di Leo, al secolo Sonia Faccio.
Ma pare che telefonavano ai “clienti” vip che negli anni non hanno disdegnato la compagnia della pornostar e regina delle linee erotiche, dicendo loro che bastava pagare una cifra compresa tra i 20 mila e i 40 mila euro e il nome di cantanti, attori, calciatori, uomini politici sarebbe scomparso dalle pagine del libro a luci rosse.
Alla ripresa del processo, a gennaio, toccherà a loro essere interrogati.
La Di Leo, avrebbe invece voluto pubblicare il volume con la Imart, piccola casa editrice marsalese.
Ha preso le mosse, così, dal presunto ricatto per il quale sono ora imputati i due editori, il processo che ieri a Marsala ha visto l’attesissima deposizione della pornostar.
“I calciatori sono i migliori, forse perché si allenano molto anche a letto… Ma come cliente ho avuto anche un vescovo, aveva un grosso crocifisso al collo…”. Nell’aula del tribunale di Marsala assiepata da un pubblico quasi esclusivamente maschile, Lea Di Leo era al debutto nel suo ruolo di protagonista in un processo che più pruriginoso non si può.
“Questo è il mio nome d’arte perché Leo, il mio gatto, è l’unico vero affetto che ho”,
Il caso è esploso quando uno dei presunti clienti della Di Leo, il regista Mediaset John Squarcia ha pensato di “risolvere” la cosa facendo intervenire “Le Iene”. Quando la Di Leo ha visto il servizio in tv ha capito perché il libro non usciva mai e sono partite le denunce. Tutto vero: di libri con i racconti della pornostar, gli investigatori della Guardia di finanza, alla casa editrice, ne hanno sequestrato due versioni, una con i nomi e una “epurata”.
Ed eccoli i nomi dei tanti vip: i calciatori Vincenzo Iaquinta, Simone Inzaghi, Marco Borriello, Valeri Bojinov, Francesco Coco, Reginaldo, Luca Toni, Massimo Ambrosini (che ha smentito seccamente).
Ci sono poi il rugbista Dallan Dennis, i cantanti Gianluca Grignani e Fabri Fibra, il giornalista Amedeo Goria, gli attori Roberto Farnesi e Matteo Branciamore, della serie tv “I Cesaroni”. Ed è proprio Branciamore l’unico tra le tante “vittime” dei ricatti ad essersi costituito parte civile e forse anche l’unico ad avere pagato.
Ieri in aula,la Di Leo ha fatto anche il nome di un uomo politico che avrebbe spesso usufruito dei suoi servizi, il senatore di Fli ed ex viceministro dell’Economia Mario Baldassarri. (palermo.repubblica.it)