E’ la prima volta che la città di Bagheria vive una lunga emergenza igienico-sanitaria senza apparente motivo.
Nel 2010, Sindaco Sciortino, ogni 40 giorni vi era un’emergenza perché gli operai non venivano pagati. Erano i tempi in cui i Sindaci, colpevolmente, non approvavano i bilanci presso il Coinres per non conoscere con precisione il costo da trasferire e fare pagare ai comuni soci.
In bilancio, a Bagheria, si appostavano 5 milioni di Euro, mentre il costo effettivo era di 12 milioni di euro.
Dal 2008 (quando vengono assunti “i temporary”) e sino a Giugno 2011, (quando viene eletto a Sindaco Lo Meo), quasi ogni mese, al momento di pagare, dato che in bilancio vi era appostata meno della metà della somma effettivamente occorrente e non essendovi quindi risorse sufficienti, il precedente Sindaco autorizzava la Regione ad anticipare e trasferire al Coinres i soldi che normalmente spettavano al comune. Anticipazioni che stiamo ancora scontando.
Nel 2011, Sindaco Lo Meo, approvati i bilanci Coinres e conosciuto il costo effettivo, fu necessario raddoppiare la Tarsu, visto che i precedenti amministratori avevano nascosto il costo reale. Nel bilancio furono così appostate le somme e si disponeva con regolarità dei pagamenti.
Nel 2010, come detto, il costo ammontò a 12,5 milioni di Euro.
Dal 2011 al 2013, in tre anni di amministrazione del Sindaco Lo Meo, il costo passa a 9 milioni; 3,5 milioni di risparmio in tre anni.
Nel triennio 2011-2014 l’unica crisi igienico sanitaria fu nel maggio 2013 quando furono licenziati i lavoratori ex temporary. Vi fu all’epoca un valido (comprensibile) motivo che portò i lavoratori ad astenersi dallo svolgere il servizio e l’immondizia restò per strada.
Ma oggi quale è il motivo? Quale la ragione che genera questa costante emergenza? La crisi, è bene ricordalo, si sta affrontando con i noli a caldo ai quali, da tempo, non si ricorreva più. E poi perché l’aumento della tassa se i costi del servizio sono diminuiti, come dicono quelli del 5 stelle, visto che la discarica è quella più vicina di Siculiana e di gran lunga meno costosa rispetto a quella di Catania?
Non si comprende perché la nuova amministrazione abbia posto fine alla raccolta differenziata in una parte del territorio (dove essa aveva già raggiunto oltre il 50% e comportava un camion in meno in discarica ogni giorno) e non si comprende altresì per quale ragione l’amministrazione non dà corso all’appalto a soggetto privato del servizio e vorrebbe invece costituire una società pubblica per continuare a gestire questo direttamente.
E’ da ricordare infatti che la precedente amministrazione aveva predisposto il progetto, approvato dall’assessorato all’energia, (il cosiddetto ARO, ambito di raccolta ottimale) che prevedeva l’appalto a soggetto privato del servizio in tutto il territorio con raccolta differenziata (a cassonetto zero), porta a porta nel centro storico e con bidoni nei condomini.
Il costo annuo del servizio, ad appalto effettuato, dovrebbe ammontare a circa 6,5 milioni di Euro (circa ben tre milioni in meno dell’attuale costo e conseguente diminuzione della Tasi) . Ma, oltre al vantaggio economico, si assicurerebbe efficienza e vera pulizia della città, al privato infatti il servizio lo si paga quando, e se, lo svolge per bene, secondo le previsioni.
Fare una nuova società pubblica che dovrebbe gestire i rifiuti, a totale partecipazione comunale, come vorrebbe fare l’Amministrazione, è pura follia, al netto della fattibilità per un comune in dissesto.
I risultati già li conosciamo e sono facilmente prevedibili, sulla scorta dell’esempio della RAP di Palermo : ci dicono che la gestione diretta ripropone tutte le inefficienze e disfunzionalità della cosa pubblica e vanifica ogni ipotesi di risparmio.
E poi, con quella diminuzione di costo, si consente ai 100 operatori di lavorare sul territorio, lavorando questa volta sul serio, sotto la direzione e gestione del soggetto privato e non più nel caos del Coinres.
Nell’ARO approvato fu infatti previsto un numero di 100 unità, assorbendo tutta la manodopera di Bagheria, per fare la raccolta differenziata in tutto il territorio, pulire le caditoie e curare il verde pubblico, risparmiando come detto tre milioni di euro rispetto all’attuale costo.
L’accordo quadro sottoscritto tra la Regione i sindacati e le categorie datoriali consente di fare ciò. E il personale utilizzato dovrà per forza lavorare se non vorrà essere licenziato.
Inoltre facendo l’appalto al privato si esce automaticamente dal Coinres, senza bisogno di fare proclami e propaganda sterile che servono solo a confondere le idee e fornire una realtà distorta.
Ci si chiede pertanto per quale motivo l’amministrazione non appalta il servizio a soggetto privato, e arreca invece così danno ai cittadini, costretti a pagare tre milioni in più?
*consigliere comunale