Rompono il silenzio i proprietari della casa di Casteldaccia abusiva in contrada Dogali Cavallaro in cui hanno trovato la morte 9 persone, sabato sera, per l’esondazione del fiume Milicia.Antonino Pace e Concetta Scurria hanno tenuto una conferenza stampa insieme al loro avvocato, Marco D’Alessandro.
Nel corso dell’incontro i due non sono riusciti a trattenere le lacrime.
A Prendere la parola è Antonio pace, operatore sanitario all’ospedale Policlinco di Palermo: “sono dispiaciuto e disperato -dice- per quello che è successo a Giuseppe (Giordano ndr). Se avessi saputo una cosa del genere non avrei mai permesso a nessuno di vivere in quella casa. Ci viveva mio figlio. Sto male, sono troppo disperato. Avevo permesso a Giuseppe di abitare in quella casa in segno di amicizia, perché aveva fatto dei lavori: aveva sistemato le zanzariere e insieme agli altri residenti della zona ha pagato per la pulizia del fiume. Non sono un mostro, voglio abbracciare Giuseppe”.
I coniugi vivono a Palermo e aveva quella casa nel territorio di Casteldaccia, costruita abusivamente e per la quale c’era una sentenza definitiva di demolizione disposta nel 2010.
“Abbiamo saputo quello che è successo l’indomani – racconta Concetta Scurria-. Domenica mattina abbiamo acceso la tv e visto quelle immagini terribili. Noi abitiamo qui in città perché mio marito lavora qui, nessuno da Casteldaccia ci ha avvisato e mai avrei pensato che la famiglia Giordano era in pericolo, perché anche loro hanno la casa in città. Come mamma, come nonna sono troppo disperata, siamo troppo colpiti al cuore. Vorrei morire io al posto loro.
I due tengono a sottolineare che nessuno è venuto a dire loro di andare via da quella casa.
“Io e la mia famiglia entravamo e uscivamo quando volevamo”.