L’unità organizzativa di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto/Guardia Costiera di Palermo, guidata dal C.V. Antonio Donato, ha sequestrato un deposito sito tra il territorio di Palermo e Villabate dove sono stati posti sotto sequestro un’area di circa mq.500 al cui interno veniva svolta un’illecita attività di gestione dei rifiuti.
Nello specifico agli occhi degli investigatori e dei tecnici dell’Arpa di Palermo, si è palesata una situazione di totale assenza di atti autorizzativi e l’esecuzione di tali attività nel mancato rispetto delle più basilari norme ambientali. Infatti, risultavano stoccati all’interno dell’area, batterie esauste dalle quali percolavano, direttamente sul terreno, gli acidi. All’interno di un cassone scarrabile venivano ritrovati circa 10 mc. di rifiuti metallici quali scaldabagni elettrici, profilati in ferro ed alluminio, diversi cumuli di materiali scarti di materiale in alluminio e acciaio, cerchioni auto dismessi. Particolarmente rilevante è stato il ritrovamento di un cumulo di cavi elettrici di circa 3 tonnellate. Unitamente a quanto sopra, si rilevava la presenza di interi blocchi motori e parti meccaniche di autovetture con residui di olio percolante direttamente sul terreno senza alcun contenimento e bidoni da 200 litri stracolmi di idrocarburi. I rifiuti risultavano, per la stragrande maggioranza dei casi, posti a cielo aperto senza nessuna protezione dagli agenti atmosferici e dagli stessi le sostante liquide oleose e tossico nocive defluivano direttamente all’interno di un sistema di grigliature che portava direttamente in un terreno adiacente arrecando inevitabilmente danni all’ambiente. La perquisizione del sito ha, altresì, permesso di ritrovare quanto ricercato dai militari e, più precisamente, una macchina trituratrice di cavi elettrici per l’estrazione del rame, detta anche “ mulino”. I soggetti identificati sul posto, che agivano nel completo disprezzo dell’ambiente, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, oltre che per aver costituito un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e getto di sostanze pericolose, anche per il reato di ricettazione del macchinario del valore di circa 30.000 euro.
Altre sei persone che si trovavano a lavorare all’interno del sito sono state denunciate a piede libero. I mezzi sequestrati consistenti in un due camion, una gru, il “mulino” e altro materiale per circa 10 tonnellate, di provenienza ancora da accertare è stato affidato a una ditta specializzata per la custodia. Gli investigatori ora stanno verificando da dove provenisse la merce. Da fonti della Capitaneria di Porto di Palermo, il materiale potrebbe derivare da furti a danni di cantieri, abitazioni, depositi e cimiteri.