Un’esplosione di colori, di suoni, di sorrisi e di allegria lungo le vie del centro di Palermo: per manifestare l’orgoglio di una differenza che ha il diritto di essere riconosciuta e rispettata. In migliaia (qualcuno degli organizzatori sussurra centomila, ma dalla questura non arrivano conferme) hanno partecipato al corteo nazionale del Gay Pride nazionale di Palermo. Un corteo che è esteso per oltre un chilometro. Alla partenza al Foro italico, il ‘waterfront’ del capoluogo siciliano, ventuno carri carichi di gente che ballava e cantava, drag queen, donne e uomini in costume e bandiere variopinte accanto a quelle rosse di Rifondazione comunista.
In testa il sindaco Leoluca Orlando, accanto al governatore pugliese Nichi Vendola e al leader di Rifondazione Paolo Ferrero; ma anche a Franco Grillini e a Vladimir Luxuria. Sudatissimo ma in giacca e cravatta malgrado la canicola del sole palermitano del primo giorno d’estate, il primo cittadino del capoluogo siciliano rivendica il ruolo di Palermo come «città accogliente». «Palermo non ospita il Gay Pride: lo vive tutto l’anno, e oggi lo vive insieme a tante altre persone venute qui a condividerlo con i palermitani». Ma in prima fila ci sono anche le ‘madrinè della manifestazione: su tutte spicca Maria Grazia Cucinotta. splendida nel suo abito bianco, l’attrice messinese chiede al governo nazionale di «darsi una mossa e accettare una legge contro l’omofobia». Parole che seguono di un attimo l’attacco di Paolo Ferrero al ministro per le Pari opportunità, denunciandone l’assenza al corteo; anche se Josefa Idem nei giorni scorsi è stata al Palermo Pride, che ha aperto con la presidente della Camera Laura Boldrini. (gds.it)