È polemica dopo la morte di Vincenzo Mutoli, l’atleta di 46 anni deceduto in seguito ad un infarto durante la Maratona Internazionale di Palermo di domenica scorsa. L’uomo sarebbe stato soccorso immediatamente ma da un’ambulanza senza medico.
Vincenzo Mutoli, barbiere del quartiere Oreto, pettorina numero 1033, iscritto all’associazione dilettantistica “Fiamma Rossa” si è accasciato a metà percorso, in prossimità di Via Libertà, in pieno centro, stroncato da un infarto. I soccorsi sono arrivati in meno di 10 minuti ma per l’atleta non c’è stato nulla da fare. Gli organizzatori, in segno di lutto, hanno deciso di annullare la premiazione.
Intanto la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per stabilire se il servizio di soccorso sia stato correttamente predisposto.
“È una vicenda gravissima, senza voler fare alcuna polemica con nessuno, però sta di fatto che da nessun ente, compreso il Comune, abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale del piano traffico legato alla manifestazione. Sull’ambulanza dell’organizzazione non c’era il medico e siamo stati chiamati per rianimare l’atleta che era ancora vivo ed era stato trasportato alla postazione medica al Giardino Inglese. Abbiamo impiegato sette minuti in strada, perché siamo stati bloccati dalle forze dell’ordine e dagli organizzatori sul percorso di gara, quando bastava la metà del tempo”, dice Gaetano Marchese, responsabile della centrale del 118. “Il medico dell’organizzazione – dicono dallo staff della Maratona – al Giardino Inglese è intervenuto subito col defibrillatore. Poi Mutoli è stato seguito dal rianimatore del 118”.
“Il Comune non ha alcuna responsabilità nell’organizzazione della manifestazione – ribatte il sindaco Leoluca Orlando, che ha simbolicamente preso parte alla gara con la pettorina numero 18 – e per quanto mi è stato riferito lungo il percorso erano stati installati decine di defibrillatori, affidati a personale esperto e qualificato”.
“L’intervento dell’ambulanza del 118, così come testimoniano i dati della centrale operativa che ha sede all’Ospedale Civico, è stato tempestivo e assolutamente in linea con gli standard della normativa vigente”, dice il commissario straordinario dell’Arnas Civico, Carmelo Pullara, secondo il quale “con molta probabilità la concitazione conseguente al decesso dell’uomo ha determinato una non puntuale e chiara rappresentazione dei fatti che, ripercorsi con serenità, non lasciano intravedere alcuna responsabilità”.
Intanto a Villa Sofia, dove Vincenzo Mutoli è arrivato già morto, è stato un viavai di parenti e compagni di squadra arrivati ancora in assetto da corsa. “Era stato controllato prima della gara. È stata una disgrazia”, assicura Nino Cicerone, il capo squadra dell’associazione. E adesso dal Coni e dai medici della Federazione sportiva italiana arriva uno spunto di riflessione: “È opportuno un maggior rigore sugli aspetti sanitari per chi ha superato i 35 anni”.
(Fonte e foto Repubblica Palermo)