I titolari del ristornate del Castello a Mare a Palermo, respingono le accuse in relazione alle notizie sui controlli effettuati nei giorni scorsi.
«Quanto divulgato fino ad ora dai media, dopo il sequestro della Capitaneria di Porto, che per altro non è stato ancora convalidato dall’autorità giudiziaria – afferma Giuseppe Casabona, amministratore unico della società Sailem srl e destinatario della denuncia all’autorità giudiziaria di “tentativo di frode nell’esercizio del commercio” – pone un alone di dubbio sulla qualità del cibo del ristorante Castello a Mare e non focalizza la questione su contestazioni di diciture di menu, riducibili a banali asterischi, che saranno eliminati nel 2014, in base alla nuova normativa europea.
La questione dei gamberoni sequestrati – sottolinea Casabona – è paradossale. Chiunque capisca di cucina sa che l’abbattimento, fin già dalla barca del pescatore, è necessario per contrastare la crescita batterica ed è una assoluta garanzia per il consumatore e non una frode. Questa operazione sta danneggiando l’immagine del nostro locale e dello chef Natale Giunta, nostro fondamentale consulente ed ispiratore dei menu, nonchè delle quattordici persone che lavorano da noi. Precisiamo inoltre che eventuali scadenze sono state rinvenute a locale chiuso per ferie e per alimenti quindi mai serviti. Sailem, infatti, si attiene rigorosamente alle procedure di autocontrollo alimentare e ogni data di acquisto e di scadenza dei prodotti viene riportata in un registro fedelmente tenuto dallo chef Gianluca Costanzo».
«Nutriamo forti dubbi – aggiunge l’avvocato della Sailem Stefania de Bellis – sulla competenza della Guardia Costiera ad effettuare questo tipo di controlli e sequestri. Attendiamo che la loro regolarità sia valutata nelle sedi competenti, anche alla luce dell’annullamento da parte della Asp 6, di verbali effettuati con le stesse modalità».