Nel cuore di Palermo, un’oasi di cultura rischia di essere spazzata via da un potenziale ultimatum burocratico.
Pietro Tramonte, ragioniere in pensione e anima della celebre “biblioteca privata itinerante” di Via Monte Santa Rosalia, combatte una battaglia per la sopravvivenza del suo spazio, un luogo che negli ultimi 14 anni è diventato un simbolo unico di interscambio culturale e solidarietà.
Come e quando è nata l’idea di questa biblioteca all’aperto?
«Tutto è cominciato letteralmente due giorni dopo che andai in pensione, 14 anni fa. Avevo circa 5.000 libri a casa e ho deciso di condividerli con chiunque volesse leggerli. Col tempo, la pazienza, e soprattutto grazie alle donazioni dei cittadini – chi traslocava, chi aveva troppi libri – oggi i testi sono all’incirca 70.000. È nato così questo spazio, che rappresenta non soltanto una biblioteca, ma un luogo di cultura e scambio».
Come funziona esattamente questa biblioteca?
«È molto semplice. Chi trova un libro che gli piace può prenderlo o portarlo a casa. In cambio, può lasciare un altro libro o fare una piccola donazione inserendo una cifra a propria scelta all’interno del salvadanaio in legno posto tra gli stessi libri. Se invece non ha nulla da offrire, può aiutarmi a sistemare i volumi. La cultura dev’essere accessibile a tutti».
Si fida a lasciare tutti i libri qui ogni notte, quando va via?
«Assolutamente sì. Sai perché? Perché, come dice un antico proverbio arabo, “Chi legge non ruba, e i ladri non leggono”. I libri rimangono qui intatti, giorno e notte, resistendo persino alle intemperie».
Eppure, nonostante il grande successo, ha problemi con il Comune di Palermo. Cosa sta succedendo?
«In quest’istante mi trovo come in un limbo. Da quindici giorni attendo di sapere dal Comune quale sarà il mio destino: se mi daranno una proroga per restare o se mi imporranno uno sgombero, come accadde già due anni fa. Allora il giudice archiviò il procedimento, ma adesso sono di nuovo tra l’incudine e il martello. Nel frattempo, ho ricevuto una multa di 173 euro».
La comunità locale la sostiene? Il suo progetto ha anche una dimensione turistica?
«Decisamente, la comunità è il cuore di tutto. Ogni giorno ricevo libri in dono, le persone parlano di me sui social e molti vengono qui non solo per aiutarmi a sistemare i volumi ma anche per una chiacchierata.
E sì, questo luogo è diventato anche una meta turistica: ogni anno arrivano visitatori da tutto il mondo, incuriositi dalla biblioteca che hanno visto online. Scoprono un’esperienza unica, fatta di cultura, tradizioni. Inoltre, la mia biblioteca è la più grande all’aperto in Italia: un primato che non solo valorizza Palermo, ma rappresenta un forte richiamo per il turismo culturale».
Ha mai pensato di espandere questo modello ad altre città?
«In un certo senso, l’ho già fatto. Ragazzi da Bagheria, Cefalù, Naro e altri paesi siciliani vengono periodicamente a prendere libri per condividerli nelle loro cittadine.
È come gettare un seme: spero che germogli».
Come vive quest’incertezza sul futuro? E cosa rappresenta per lei la sua biblioteca?
«Ammetto che vivere nell’incertezza non è per niente semplice, ma ogni giorno trovo la forza di andare avanti sapendo che sto facendo del bene. Regalare un libro, vedere un sorriso, sapere di aver diffuso un po’ di sapere mi ripaga di tutto. Questa biblioteca non è solo una libreria: è un luogo di dialogo, di scambio. Amo parlare con le persone, provocarle, farle riflettere, un po’ come faceva Socrate.
Questo è il mio modo di contribuire a rendere il mondo un posto migliore».
Pietro Tramonte è come un filosofo del quotidiano, che intrattiene i passanti con poesie e discorsi che ricordano il metodo socratico. Con oltre 70.000 volumi catalogati, la biblioteca Tramonte, situata nel cuore del centro storico di Palermo, non è solo un simbolo di resistenza culturale, ma vanta un primato significativo: è la più grande biblioteca all’aperto d’Italia. Questa caratteristica unica non solo la rende un patrimonio culturale inestimabile per la comunità locale, ma rappresenta anche un’importante attrazione per il turismo palermitano. Tuttavia, questo piccolo miracolo rischia di scomparire senza un adeguato sostegno istituzionale. Per Palermo, perdere un luogo così speciale non significherebbe solo privarsi di un archivio a cielo aperto, ma anche rinunciare a un elemento caratteristico capace di attirare curiosi e amanti della cultura da ogni angolo del mondo.
foto di Francesco Paladino