Una grande commozione ha pervaso i presenti a vent’anni di distanza dalla morte di padre Pino Puglisi, nel momento in cui è stata aperta la cassa e constatare un corpo non corrotto dalla morte, ma mummificato. Di fronte agli astanti non un teschio ma un viso dai tratti perfettamente riconoscibili e persino il colore delle mani che sembrava quasi naturale.
All’interno della cassa, i componenti del Tribunale presieduto dallo stesso Vescovo ausiliare e composto da don Vincenzo Talluto, dal cancelliere Arcivescovile mons. Giuseppe Oliveri e dai periti medici Augusto Franco D’Ancona e Domenico Intile hanno trovato una copia del Vangelo, gli Atti degli Apostoli, un’icona della Madonna Odigitria e una rosa che era stata posta da una persona poco prima della tumulazione del prete ucciso dalla mafia in “odium fidei”, e sulla cui identità mons. Cuttitta mantiene uno stretto riserbo.
Adesso quella rosa, due frammenti ossei, un lembo della casula che indossava che fu donata dallo stesso padre Puglisi e dalla mamma a mons. Cuttitta il giorno della sua ordinazione, insieme a tutti gli altri oggetti che sono stati a contatto con il corpo sono stati conservati e considerati delle reliquie. In attesa della collocazione definitiva che sarà nella erigenda chiesa a Brancaccio, dove il martire della Chiesa palermitana ha sognato fosse costruito un complesso parrocchiale, le spoglie mortali di padre Puglisi saranno collocate nell’altare laterale dell’Immacolata in Cattedrale, ma prima sarà realizzato un monumento a forma di spiga di grano a ricordare, come in un brano amato del Vangelo tanto caro a padre Puglisi, la sua presenza feconda come un chicco caduto sulla terra muore e da molto frutto. Intanto i fedeli potranno rendere omaggio alla salma nella Cappella delle reliquie della Cattedrale, posta a destra della navata, accanto alle urne con i resti di altri martiri e santi.