Dopo 9 mesi di silenzio Nino Mandalà, considerato dagli inquirenti il capomafia di Villabate, condannato a 8 anni di reclusione in appello per associazione mafiosa, padre di Nicola, braccio destro del padrino Bernardo Provenzano, ha ricominciato a scrivere sul proprio blog. È il primo e finora unico caso di un presuntoboss di spessore che utilizza pubblicamente il web per esprimere il proprio pensiero. L’imputato ha scontato gran parte della pena e la corte d’appello ha respinto la richiesta di arresto del pg, dopo la condanna, perchè «non ci sono specifici elementi probatori dai quali desumere che Mandalà in concreto stia per darsi alla fuga o abbia in animo di farlo» considerato anche che ha già subito «un congruo e prolungato periodo di custodia cautelare».
L’ultimo lungo post sul blog è centrato su un tema caro a Mandalà: il 41 bis. «Ho sperimentato – scrive – sulla mia pelle cosa significa sollevare il problema relativo al regime del 41 bis per essere stato investito, quando ho affrontato l’argomento, da invettive, insulti e inviti a finire i miei giorni in un gulag» (gds.it)