Si chiama “La storia del Rap” l’ultima fatica letteraria del giornalista bagherese Andrea Di Quarto.
Il volume raccoglie la storia dell’Hip Hop americano, padre del rep, dalle origini, dal 1973 al 1997, seguirà un secondo volume, dal 1997 ai giorni nostri, che vedrà la stampa nel marzo del prossimo anno.La storia del Rap traccia, per la prima volta in Italia, un profilo sistematico dell’Hip Hop americano e ripercorre in due volumi le tappe fondamentali del suo sviluppo e della sua affermazione.
Nato come una delle quattro discipline dell’Hip Hop, il movimento culturale sorto per dare forma e visibilità all’identità giovanile dei ragazzi afroamericani, il rap si è trasformato nel fenomeno musicale più importante, disturbante e di successo dai tempi del rock and roll.
Per scrivere il volume Andrea Di Quarto è persino andato a New York e nel Bronx dove si sono sentiti i primi vagiti del genere musicale di cui si è occupato.
Di Quarto, bagherese, 53 anni, da 27 anni vive a Milano dove lavora per il periodico “Sorrisi e Canzoni” per il quale si occupa di musica e spettacolo.
Ha intervistato i mostri sacri della musica italiana ed internazionale, da Gino Poli a Gianni Morandi, ma anche Shakira, Rem, Luis Fonsi, David Guetta, per citarne solo alcuni.
Si occupa di musica e di spettacolo da più di trent’anni. Ex dj radiofonico, collezionista di dischi, appassionato di storia e cultura afroamericana e di subculture urbane, s’interessa di Hip Hop fin dagli albori del fenomeno.
Ha alle spalle un’altra esperienza letteraria “Moana e le altre” che risale a 20 anni fa.
“Il libro che ho scritto vuole fare un po’ il punto di questo genere musicale -dice- che è nata nel 1973 a New York, dove sono stato. La musica veniva suonata nei ghetti dai nero-africani che parlavano sui dischi, per fare sentire la loro voce. Questo libro vuole in fondo fare conoscere ai tanti ragazzi che seguono le nuove tendenze, le origini della musica che ascoltano”.
Andrea quando può, torna a Bagheria, dove ha iniziato i primi passi come giornalista a Tv8, ma anche come speaker radiofonico. A Bagheria lo ricordano ancora per le sue appassionate radiocronache sul Bagheria calcio e per le trasmissioni televisive, dove fin da allora dimostrava serietà e competenza.
“Almeno una volta all’anno vengo a Bagheria -dice- ho la mamma e mia sorella. Di Bagheria mi mancano le persone. Qui ho iniziato la mia gavetta da giornalista. Una gavetta che è servita moltissimo. Ricordo le telecronache fatte allo stadio a Bagheria e i programmi radiofonici.”