Questa notte alle 3,37 è morto Totò Riina, considerato il capo di Cosa Nostra.
Il decesso è avvenuto nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma. Proprio ieri aveva compiuto 87 anni.Riina era stato operato due volte nelle scorse settimane, dopo l’ultimo intervento era entrato in coma.
Riina era malato da anni, ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute. Istanza che il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto a luglio. Ieri, quando ormai era chiaro che le sue condizioni erano disperate, il ministro della Giustizia ha concesso ai familiari un incontro straordinario col boss.
Con la sua morte restano senza risposte molte domande: sui rapporti mafia e politica, sulla stagione delle stragi, sui cosiddetti delitti eccellenti, sulle trame che avrebbero visto Cosa nostra a braccetto con poteri occulti in una comune strategia della tensione. Riina non ha mai mostrato alcun segno di redenzione. Fino alla fine quando, al processo trattativa, citato dalla Procura è rimasto in silenzio.
E’ stato condannato all’ergastolo 26 volte, per numerosi omicidi per i quali è stato ritenuto mandante, dalle stragi di Capaci a quella di via D’Amelio.
Finì in carcere per la prima volta all’età di 18 anni.
La sua ascesa criminale stata rapida e veloce.
Tutti nel corso degli anni lo hanno sempre considerato il capo indiscusso di Cosa Nostra.
E’ riuscito a trascorrere 24 anni di latitanza.
Venne arrestato la mattina del 15 gennaio del 1993 dai carabinieri del Ros.
La scorsa notte è morto.