Il superlatitante della mafia Matteo Messina Denaro nel 2004 era a Bagheria.
A dirlo non è uno dei tanti pentiti le cui dichiarazioni vanno prese con le dovute cautele, ma un uomo dello Stato e cioè il maresciallo dei carabinieri Saverio Masi.
La dichiarazione arriva durante il processo per la trattativa Stato-mafia che si sta svolgendo a Palermo.
Masi non dice dove e quando, lo avrebbe riconosciuto.
Che Messina Denaro abbia passato parte della sua latitanza a Bagheria è stato raccontato da altri, così per Bernardo Provenzano, ma questo racconto fa un certo effetto perché appunto rese da un maresciallo dei carabinieri.
Masi ha dichiarato “lo guardai in faccia e lo riconobbi”. A riportare la deposizione è Riccardo Lo Verso, in un articolo di live sicilia. “Di quell’incontro – di cui informò i superiori solo dopo alcuni giorni – Masi conserva un nitido ricordo e ne ha parlato al processo per la trattativa Stato-mafia, ribadendo quanto già dichiarato in passato. In auto, fuori servizio, Masi incrociò un’altra vettura ferma davanti a una villa con il proprietario che stava aprendo il cancello. Nel superarlo, dopo una piccola manovra, Masi guardò il conducente.
“Era identico – ha detto – al fotofit di Messina Denaro pubblicato in quei giorni dai giornali”. Non avvertì i suoi superiori con i quali era in cattivi rapporti ma una persona che non trovò più l’auto segnalata. Masi non si fermò. Avrebbe fatto indagini in prima persona: piazzò una telecamera davanti alla villa e identificò il proprietario originario di Castelvetrano, il paese di Messina Denaro. Avrebbe pure fermato l’attenzione su un giro persone riconducibili al boss più ricercato d’Italia. Solo dopo alcuni giorni Masi presentò una relazione di servizio che, in alcune parti, alcuni ufficiali gli avrebbero chiesto di purgare. E solo nel 2010, quando i contrasti con i superiori erano esplosi con uno scambio di denunce, Masi ha tirato fuori la relazione originale che oggi è stata prodotta in udienza dal pm Vittorio Teresi.”