Anche un consigliere comunale di Santa Flavia è finito agli arresti, nell’ambito dell’operazione messa a segno questa mattina dal Comando Provinciale dei carabinieri di Palermo che hanno eseguito 7 provvedimenti restrittivi emessi dal GIP del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia.
Si tratta di Salvatore Martorana, 70 anni.
Secondo l’accusa sarebbe coinvolto in una vicenda estorsiva che, in concorso con un autorevole esponente di Cosa nostra bagherese, avrebbe costretto un imprenditore a consegnare la somma di 20.000 euro a titolo di mediazione e di “messa a posto” per la compravendita di un terreno ove la vittima avrebbe dovuto costruire degli immobili.
In manette sono finiti anche Antonino Abbate, 37 anni, Gaspare Parisi, 38 anni, nato a Palermo, Vincenzo Vullo, 42 anni, Giuseppe Minardi, 67 anni, Salvatore Ingrassia, 50 anni, di Palermo e Bartolomeo Militello, 68 anni, di Villabate.
Per tutti l’accusa è di associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L’attività d’indagine è la naturale prosecuzione dell’operazione “Panta Rei” del 16 dicembre 2015 che ha consentito di azzerare la capacità operativa dei mandamenti di “Porta Nuova” e di “Bagheria”, traendo in arresto 38 tra capi e gregari.
Dalle investigazioni è emerso in maniera chiara che l’attività estorsiva, oltre ad essere strumento attraverso il quale Cosa nostra esercita il controllo sul territorio, continua ad essere una forma di sostentamento primario per il sodalizio mafioso.
Sono state documentate 7 vicende estorsive in danno di commercianti e imprenditori costretti al versamento di significative somme di denaro, con cadenza mensile o in occasione delle festività di Pasqua e di Natale. La maggior parte delle attività commerciali “messe a posto” sono ubicate a Borgo Vecchio, storico quartiere palermitano ed enclave mafiosa dove, con inedita determinazione, gli operatori economici hanno deciso di infrangere il muro dell’omertà e di fornire ampia collaborazione agli inquirenti.