Nel weekend del 28, 29 febbraio e 1 marzo, per tre giorni consecutivi, torna a Sanlorenzo Mercato per la terza edizione lo Sfincione Festival, che nelle due scorse edizioni ha portato al Mercato oltre 15mila golosi. Bagheria sarà presente con 4 maestri panificatori e un prodotto della microfiliera produttiva dello sfincione bianco, eletto dalla cittadinanza bagherese a piatto di rappresentanza.Per quest’anno la sfida si sdoppia: da un lato lo sfincione bianco rappresentato da diversi forni di Bagheria, dall’altro lo sfincione rosso rappresentato da Palermo e Monreale, tutti territori simbolo di una tradizione gastronomica antica. Quattro prodotti con lo stesso nome, ma differenti tra loro, quattro modi diversi di concepire la “pizza dei siciliani”, in altrettante postazioni gestite da panificatori esperti di ogni territorio rappresentato. Saranno proprio i fornai del territorio a presentare così la propria eccellenza, in una sfida all’ultimo sfincione che per la prima volta decreterà due vincitori, uno per categoria.
Da un lato l’amatissima versione bagherese, lo sfincione bianco (alto, con ricotta o tuma e mollica), rappresentato dal fornaio Massimo Scaduto dell’Antica Forneria Scaduto, vincitore dello Sfincione Festival 2019, e da Giampiero Pecoraro dell’Antico Panificio Don Pietro uno dei 3 forni storici a legna di Bagheria; dall’altro lato lo sfincione rosso (classico con pomodoro, cipolla, acciughe e caciocavallo) con in sfida il territorio di Palermo con il Forno di Sanlorenzo Mercato e il territorio di Monreale con Debora e Veronica Velardi di Tusa Arte & Gusto. Ospite speciale fuori gara sarà lo sfincione bagherese di Maurizio Valenti, con una postazione ad hoc che vedrà il vincitore della prima edizione ancora una volta pronto a far degustare la sua specialità.
Ma quest’anno lo Sfincione Festival sarà alla portata di tutti, anche delle persone celiache, grazie ad una speciale postazione interamente gluten free. A rappresentarla sarà la fornaia Vita Gagliano del panificio La Spiga di Bagheria (certificato senza glutine). Per l’occasione, sarà possibile scegliere tra lo sfincione rosso e quello bianco, entrambi realizzati con farina di riso, amido di mais e fecola di patate, uno strato di acciughe e olio, tuma a pezzi, cipolla e mollica nel caso del bianco e l’aggiunta della salsa di pomodoro nel caso del rosso (entrambi disponibili anche nella versione senza lattosio). Ad arricchire l’offerta gastronomica ci saranno anche i dolci senza glutine come la cassata al forno, le cassattelle, i buccellatini e vari tipi di crostate.
Con un apposito ticket di sette euro, si potranno assaggiare le cinque specialità presenti (le 4 in gara + 1 fuori gara), in un confronto aperto e diretto con il produttore che ne spiegherà origine e caratteristiche, tra aneddoti e curiosità. Ma non solo. Con il ticket degustazione si avrà anche la possibilità di votare il proprio sfincione preferito, contribuendo così a decretare i vincitori. Per farlo, basterà girare per le postazioni con il proprio ticket e provare le singole specialità esprimendo il proprio voto. A decretare i vincitori – uno per il rosso, uno per il bianco – accanto alla giuria popolare, sarà una speciale giuria tecnica composta da esperti e giornalisti del settore gastronomico. L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione La Piana d’Oro.
A Sanlorenzo sarà pure possibile acquistare in vasetto, la crema di sfincione “U Barunieddu”, la ricetta perfetta del condimento dello sfincione, quello che gli dà il tipico gusto e per maggior comodità e praticità lo rende a consistenza di crema. A proporla sarà il giovane bagherese Giuseppe Buttitta, che facendo valere i suoi studi all’alberghiero e la sua passione per la cucina della tradizione trasferitagli dal nonno, ha avviato la produzione della crema i cui ingredienti sono: cipolla, olio evo, concentrato di pomodoro, acciughe sott’olio dell’azienda Balistreri di Aspra, zucchero, sale, origano e niente altro, no conservanti, no additivi. Tutto naturale, tutto siciliano, anzi della zona di Bagheria. Alla neonata azienda ha scelto il nome “U Barunieddu”, il baronetto, che era “a nciuria”, il soprannome, che davano i bagheresi al nonno.