L’Assemblea dei Soci del Lion Club di Bagheria ha deliberato ad unanimità la partecipazione, insieme ai giovani del Leo Club di Bagheria, al trentennale della
marcia contro la mafia organizzata dal Centro Studi “Pio La Torre”.
“Già trenta anni fa -hanno dichiarato Ugo Di Blasi, presidente del Lion Club di Bagheria, e Paolo Miosi presidente del Leo Club di Bagheria- i fondatori del Lions Club di Bagheria parteciparono convinti a quella marcia, ed oggi non potevamo mancare un appuntamento così rilevante su un tema che è stato molto doloroso per Bagheria e per il suo comprensorio”.
In una nota si sottolinea che i soci dei club e loro familiari saranno uniti nel ribadire con forza il loro “no” assoluto e il loro impegno civico contro tutte le mafie, consapevoli del fatto che pur se la mafia uccide oggi con meno fragore e non è più soltanto un fenomeno siciliano, il cammino resta per noi particolarmente difficile per via del livello più sofisticato di intrecci che la mafia ha da tempo creato ad alcuni livelli degli affari e della nostra società”.
“Siamo convinti del ruolo sempre più attuale dell’associazionismo -continua Di Blasi- come coagulo di istanze che emergono dalla società civile e dai bisogni dei più deboli, e quindi come voce forte e trait d’union verso le istituzioni, ruolo di cui oggi sentiamo un’accresciuta responsabilità nel particolare momento di crisi non solo economica ma anche di valori”.
I Lions club continuano dicendo che “per non abbassare la guardia, nel ricordo di chi ha dolorosamente sofferto in passato e nel rispetto delle vittime della mafia di oggi, come Lion vogliamo dare il nostro contributo lavorando per la gente e tra la gente di Bagheria, poiché la mafia si sconfigge anche alla condizione che il tessuto civico riesca ad affermare totale intollerabilità ed isolamento nei riguardi di quei comportamenti che potremmo definire di mafiosità, cioè verso quegli atteggiamenti – solo in apparenza meno pericolosi – di arroganza, di prevaricazione, o disprezzo delle regole cui purtroppo ci capita di dover talvolta ancora di assistere nel nostro vivere cittadino.”