di Antonino Russo
Quella che sembrava un perditempo per sfaccendati, l’attività culturale, da qualche tempo trova posto a Bagheria. Abbiamo accolto con soddisfazione il restauro di Palazzo Cutò, il recupero della Certosa, la scoperta di tesori d’arte custoditi gelosamente da alcune pareti di Palazzo Butera, anch’esso restaurato. Per fortuna è lontano il tempo in cui, all’inizio degli anni cinquanta, il poeta Civello, avevano progettato di mettere una biblioteca, un giorno si è sentito rispondere: “ Ma i libri a cosa servono?”.
La biblioteca poi è sorta e ha permesso (e continua a farlo) a tanti bagheresi di potere leggere buoni libri. E i frutti si possono vedere. Sono fioriti circoli culturali, sono nati e cresciuti giornalisti, scrittori, cineasti e artisti, capaci di farsi valere anche in campo nazionale.
Tra l’altro il recupero di questi palazzi ha dato la possibilità di ottenere spazi dove svolgere attività culturali: dibattiti, mostre d’arte, proiezioni di films o video, etc. Ha ripreso vigore l’attività associativa: si pensi che negli anni cinquanta le uniche associazioni esistenti (e qui bisogna dare merito alle parrocchie) erano quelle cattoliche. Il risveglio della cultura che questo giornale ha il piacere di seguire e assecondare ci fa ben sperare in un futuro migliore per la nostra città.
