il nostro Paese “Italia”, è suddiviso in 20 Regioni, di cui 15 a statuto ordinario e 5 a statuto speciale.
La suddetta premessa in quanto da una recente lettera del Presidente della Regione Lombardia “Attilio Fontana”, indirizzata e pubblicata dal Sole 24 Ore, emerge una chiara e manifesta soddisfazione sull’approvazione del DDL riguardante l’Autonomia differenziata esprimendo, in tal senso, le grandi opportunità che questa riforma potrebbe offrire all’intero Paese.
Secondo il Presidente della Regione Lombardia, l’autonomia differenziata “si muove nel solco della Costituzione e permetterà alla amministrazioni locali di gestire le proprie risorse al meglio e con maggiore responsabilità”.
Anzi “una maggiore autonomia consentirà ai cittadini di individuare con più chiarezza la responsabilità delle scelte e, di conseguenza, esercitare con più forza il proprio giudizio con il voto”.
Insomma per il Presidente Fontana, l’Autonomia rappresenterebbe la chiave di volta, per creare quella buona politica capace di stimolare ed incentivare la partecipazione attiva dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.
Andiamo per ordine;
Cosa rappresenterebbe per le regioni creare più autonomia?
A integrare, per esempio, i contratti dei medici nelle zone della Lombardia dove c’è maggiore richiesta; aumentare la qualità dei trasporti, ad innalzare i livelli di welfare (iniziativa diretta a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini, spec. dei lavoratori), anche a diminuire le tasse; in questo senso la Lombardia non si pone solo come locomotiva economica del Paese, le cui istanze non possono e non devono rimanere inascoltate, ma anche come la locomotiva del cambiamento e della concretezza, in grado di portare tutti sulla strada della ragionevolezza rispetto a una riforma non più rinviabile.
Ma siamo veramente sicuri e certi che l’Autonomia differenziata vuole salvaguardare l’unità nazionale e non dividere il Paese ?
A questo interrogativo, rappresento le seguenti riflessioni:
Se la Lombardia rappresenta la locomotiva economica del Paese, la nostra regione Sicilia, quale vagone rappresenterebbe nella TOP delle 20 Regioni/vagoni?
· Come aumenterebbe la qualità dei nostri trasporti se nella nostra Isola, esistono ancora linee ferrate con un solo binario e raggiungere certe zone è una impresa ardua e difficile?
· Come aumenterebbe nella nostra Regione il welfare se siamo ai primi posti per assistenzialismo e non vi sono industrie che possano offrire o soddisfare le richieste di lavoratori?
Per un confronto, il tasso medio di occupazione al Sud nel 2021 è pari al 45/7%, e quello nazionale al 62,6%; qualcosa, certamente, non funziona.
· Come si potrebbe pensare di diminuire le tasse se il reddito pro-capite dell’isola, nell’ultimo report (2021) sul divario Nord-Sud Istat nel PNRR, è pari ad euro 18.000, con l’unico primato nazionale, ad essere l’unica Regione Italiana dove tutte le province non superano il valore di euro 20.000?
E’ pur vero che il nostro Paese è unico per la diversità dei territori, ma è anche vero che il DDl dell’Autonomia differenziata NON rappresenta quella riforma “egualitaria” mirata allo sviluppo e crescita economica, quanto piuttosto a soddisfare ulteriori e specifiche esigenze delle varie comunità locali già performanti rispetto a quanti, ad oggi, non riescono a fornire i servizi base.
Definirei l’autonomia differenziata una nuova questione meridionale legittimata.