di Antonio Belvedere
CARO AMICO (SINDACO) TI SCRIVO…….
CARO VINCENZO, non avrei mai immaginato che in un piano regolatore redatto durante la tua sindacatura, si sarebbe arrivati a proporre la cancellazione di uno degli ultimi giardini storici di Bagheria. Questo perché so quanto ami il verde e mi risulta che hai spesso raccontato di aver fatto piantare tanti alberi durante la tua carriera politica. Di che cosa parlo?Ricordiamo un po i precedenti: 1) Fine anni Cinquanta, prima ferita: viene raso al suolo il parco neoclassico di Villa Butera; al suo posto è stato costruito un quartiere bruttissimo, quello che si può ammirare quando metti piede nei cortili restaurati del Palazzo. Mai paesaggio urbano fu più agghiacciante e miserevole; quella ridicola piazzetta al centro del quartiere poi è una piccola, malriuscita compensazione, per quello che, come bagheresi, abbiamo perso. 2) Anni Sessanta: viene lottizzato il parco neoclassico di Villa Valguarnera, e perdiamo con esso un altro brano di verde storico di pregio, per avere in cambio cosa? Un quartierino tutto “perbenino”, che si doveva fare da un’altra parte, lasciando alla città un altro dei suoi gioielli…..E cosi via, tra un PRG e una lottizzazione abusiva, ci siamo mangiati tutto, o no? Erano gli anni ruggenti della speculazione e del malaffare. Sono passati cinquant’anni. Si è sviluppata una sensibilità ambientale, una cultura della sostenibilità, il Novecento è finito. Ma no, non è cosi!! Il futuro si tinge di giallo, proprio quello che si utilizza in Urbanistica per marcare le aree parcheggio…Stavolta la vittima da sacrificare sull’altare del falso sviiluppo sarebbe il piccolo giardino Favazzi, poi Quattrociocchi, dove sorge ancora la casa del grande pittore paesaggista. Piccolo eden segreto, polmone verde per un quartiere che rischia di morire avvelenato per gli scarichi che le sue strade strette non possono reggere (vedi Quattrociocchi). Che senso ha – me lo spieghi ? – pedonalizzare il Corso Umberto, facendone una specie di “salottino”, e poi considerare tutto il resto del Centro storico come il “ripostiglio” per le auto che non vuoi vedere in salotto? E cosi i giardini diventano parcheggi-ripostiglio, e le piccole viuzze – nate per camminarci a piedi – sono ormai solo “corridoi”, vere e proprie “camere” con gas. Il Centro Storico è un unicum, di emergenze monumentali e tessuto residenziale, di giardini e di piazze. Ci sono le carte del restauro, ci sono le leggi, ultima quella di un mese fa sulla protezione degli alberi e dei giardini storici urbani. Perché non le fai appliccare? Ti è sfuggito ? Ti sollecito a farti primo firmatario di una gigantesca “OSSERVAZIONE” a questo PRG, che, in ogni caso, sarà legato al tuo nome negli anni futuri. I residenti nel Centro Storico non possono accettare che il loro ambiente di vita sia considerato il locale di sgombero dei corsi principali e sopportano già il grave peso dell’inquinamento delle auto che lo attraversano dalla mattina alla sera, mentre in tutte le città più evolute sono diventate ZTL, cioè zone a traffico limitato. Lo stesso discorso può essere fatto per la Piazza Indipendenza, raro esempio di spazio che potrebbe diventare in futuro una piazza giardino per i residenti e invece ? No: bisogna farne un parcheggio per i fruitori del Corso Umberto. Non va, cosi non va. Non si può andare avanti a tentoni, senza una visione del futuro, accontentando oggi chi urla a destra, domani chi urla a sinistra. Lo so, il momento che viviamo tutti – anche tu – è molto difficile, la città sembra senza governo, allo sbando. Ma il buon capitano si vede nella tempesta, e se il capitano non ce la fa, la nave affonda. Con amicizia.