Il presidente del consiglio Draghi ha definito “rischio calcolato” quello di pianificare le aperture che si succederanno a partire dal 26 aprile.
L’aggettivo “calcolato” è stato criticato da più parti e sembra doversi intendere alla stessa maniera del rischio “calcolato” con cui un giocatore di poker decide di rilanciare con in mano delle carte deboli. In altre parole, nessuno ha veramente stimato quantitativamente quali rischi corriamo riaprendo tutte le scuole in presenza e alcune attività commerciali, in considerazione di un livello di contagio ancora alto e un livello di vaccinazione che comincia a coprire significativamente la fascia dei più anziani. Il calcolo è quindi stato fatto “a occhio”, tenendo conto dell’insofferenza diffusa verso il mantenimento delle restrizioni e sperando che i cittadini mantengano un livello alto di attenzione. Il virus invece non deve fare calcoli, continuerà a fare quello che sa fare, pascolando nelle praterie che si renderanno disponibili. Intendiamoci, in casi così complessi i modelli epidemici fanno fatica a dare risultati affidabili: troppe le variabili sconosciute, troppi i cambiamenti che possono intervenire a modificare l’evoluzione prevista.
Sarebbe stato però più onesto dire che si tratta di una scelta politica di cui ci si assume la responsabilità.
A chi dice che il governo non poteva fare altrimenti mi permetto di far presente che in questo anno sono state prese decisioni che non hanno precedenti nella storia e sono state mantenute per tempi che non erano ritenuti sostenibili. Ogni volta che le misure sono state allentate, per decisioni del governo o stanchezza dei cittadini, il contagio è ripreso a livelli allarmanti, costringendo a nuove restrizioni. Per avere un paragone più stretto possiamo guardare a cosa succede oggi in Francia (35 mila nuovi contagi ogni giorno, andamento stazionario) e Germania (20 mila nuovi contagi al giorno, andamento in crescita ) per capire cosa potrà succedere nel futuro prossimo. Va ricordato infine che in Gran Bretagna le aperture stanno entrando in vigore subito dopo un lockdown generalizzato e con una vaccinazione che è arrivata a coprire (parzialmente) circa la metà della popolazione.