di Luca Lecardane
La strage di via D’Amelio: vittime Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina e poi…..l’Italia e gli italiani.
Ventuno anni dopo ancora troppi misteri avvolgono quella strage,la trattativa Stato- mafia; le indagini di Borsellino sull’intreccio mafia-politica-imprenditoria; la scomparsa dell’agenda rossa del magistrato dove egli annotava i pensieri sulla strage che aveva ucciso Falcone e la sua scorta il 23 maggio di quello stesso anno.
Oggi mi domando cosa debba essere davvero l’antimafia. Certamente non è quella parolaia su cui alcuni hanno costruito la propria carriera politica, quell’antimafia basata solo sulle parole e non sui gesti, ma poi quali gesti? Quelli di riempire la Sicilia con i cartelloni “la mafia fa schifo” tranne poi scoprire che lo stesso (ormai ex)Presidente della Regione che ha fatto scrivere questo, sarà condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra?
No l’antimafia vera è ben altro, sono gesti dei cittadini che non si abbassano alle angherie, sono i gesti degli amministratori locali di qualsiasi partito che fanno rispettare le leggi, ma dovrebbero essere i gesti anche di un governo regionale o nazionale che sia il quale dovrebbe costruire opportunità di lavoro e sviluppo.
Certamente la legalità è una condicio sine qua non senza la quale non si può pensare allo sviluppo e al riscatto sociale della nostra terra, ma la legalità, il perseguirla assiduamente senza pensare alle opportunità di lavoro da creare può bastare?Senza un lavoro non si mangia e se ne cercherà uno qualsiasi pur di vivere e se non si trova? Cercheranno l’illegalità, cercheranno una mano ed in questo ambito la mafia cercherà manovalanza, in questo ambito si fa strada la credenza che almeno la mafia fa lavorare… ed invece la mafia e il suo intreccio con la politica portano ad un sottosviluppo che permette il controllo delle masse e dei voti più facilmente,quella stessa mafia che ha tenuto la nostra terra in un regime di arretratezza culturale, economica e politica di cui ancora si sentono gli effetti. Lo Stato e la Regione devono dare risposte ai cittadini ormai disperati, non si può pensare di stare attenti ai conti e al Patto di Stabilità ed intanto fare la fine della Grecia, perché è su quel terreno, sul terreno del lavoro, insieme a quello della legalità che si giocherà la battaglia dell’antimafia vera e non parolaia.
Solo così il sacrificio di Giovanni, Paolo, dei ragazzi della scorta non sarà stato vano.