A quasi 100 anni dalla sua fondazione, che risale al 1919, non era mai successo che la squadra del Bagheria calcio, una delle più blasonate della Sicilia, con tre coppe Italia in bacheca e diverse partecipazioni ai massimi campionati dilettantistici siciliani, uscisse dal campo di gioco con un punteggio così mortificante.
Il 14 a 3 subito dalla squadra nerazzurra a Petrosino, ieri pomeriggio, nella partita di coppa Sicilia contro la Borgata Terrenove è la testimonianza più palese che la città si sta imbarbarendo a tutti i livelli: sociale, politico e umano, denotando una perdita dei valori più sacri, quali l’onestà e il rispetto altrui. Da 30 anni seguo e racconto il calcio del Bagheria, sia dei momenti belli di quanto la squadra nerazzurra competeva in serie D contro Catania, Acireale, Giarre, Juve Gela, sia dei momenti più bui della radiazione nella stagione 1999/2000 e non mi era mai capitato di vedere una cosa simile. Chi ha ordinato un simile atteggiamento ai ragazzini scesi in campo, deve chiedere scusa pubblicamente a tutta la città, ancora una volta mortificata e consegnata al pubblico ludibrio. Non è consentito a nessuno di mettere alla berlina una città intera che ha già i suoi problemi da risolvere, primo tra tutti il rischio di default del Comune. Quanto successo a Petrosino è mortificante per tutta la cittadinanza, alla stessa stregua dei due scioglimenti che ha subito il Consiglio comunale nel 1993 e nel 1999.
Questo non è modo di fare calcio, ma non è soprattutto educativo per le giovani generazioni. Come si fa a spiegare ai nostri bambini e ragazzi che frequentano una scuola calcio, una associazione, una società sportiva, un simile atteggiamento? Che tipo di educazione è mai questa?
A questo punto propongo l’organizzazione di una grande assemblea cittadina per discutere di questa vicenda e per fare uscire allo scoperto i responsabili che debbono spiegare pubblicamente alla Città il loro atteggiamento.