Un’ altra grande gloria del calcio bagherese ci lascia. In ritardo apprendo della sua dipartita che per me giunge inaspettata, perché non sapevo che fosse da qualche tempo in cattive condizioni di salute.
Tutti lo conoscevamo come Peppuccio, ma il suo nome di battesimo era Tommaso; nel mio volume Storia de calcio bagherese è così riportato. Era nato a Bagheria il 13 settembre 1941. Un suo fratello aveva giocato nel Bagheria degli anni Quaranta ed era conosciuto come Boffetta. Un altro fratello molto noto è Don Gino Lo Galbo che è stato arciprete della Chiesa Madre dal 1991 al 2002.
Calcisticamente è cresciuto nel settore giovanile del Bagheria, nella cui squadra debuttò in Quarta Serie da titolare il 28 settembre 1958, all’età di 17 anni, contro il Nicastro, battuto per 5 a 2. Questa la formazione di quel giorno: Mineo, Spanò, Fontana, Pisoni, Cason, Sciortino, Puleo, Coppola, Andreoni, Mocellin, LO GALBO.
Di lui si diceva un gran bene, perché veniva definito costruttore di alto valore tecnico, preciso e dosato nei passaggi, ottimo manovratore di azioni a metà campo e rifinitore prezioso per gli uomini di punta che sapeva lanciare al momento opportuno con rara precisione. Fu subito tesserato nelle squadre giovanili del Palermo che poi lo cedette in prestito al Cantiere Navale di Palermo dove disputò diversi campionati in serie D e Promozione. Questo tesseramento gli consentì di trovare anche il posto di lavoro.
Nell’annata calcistica 1997-98 fu anche allenatore della nostra squadra partecipante al Campionato, Nazionale Dilettanti.
Sentite condoglianze, da parte mia e della redazione della Voce di Bagheria, alla moglie Amelia Campanella e ai figli Giampiero e Marina, nonché al fratello reverendo Don Gino.