di Biagio Sciortino
Sono stati i vent’anni più lunghi della storia recente della Sicilia, quel 1992 ci ha travolti inesorabilmente siamo stati colpiti da un atomica. E come una bomba ha lasciato vittime, feriti e soprattutto ha irradiato le nostre anime di onde malefiche e micidiali. Odio, paura, terrore, hanno fatto capolino durante il nostro quotidiano in tutti noi!
Cosa fare? Andar via o restare? Gridare, piangere o chiudersi nel silenzio…..?
Diceva Paolo Borsellino “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta”, i siciliani hanno sempre convissuto con la morte! La paura spesso paralizza anche i nostri pensieri ma quei fatidici giorni dell’eccidio siamo stati tutti noi destinatari di un dolore che ci ha impedito di reagire subito, ci avevano annichilito!
Falcone e Borsellino, sono cresciuti come tanti di noi ragazzi siciliani in un quartiere popolare, la Kalsa, e come in ogni paese si vive per strada affianco ad altri ragazzi, che poi col finire del periodo della fanciullezza spensierata ogni ragazzo diventa uomo, e trova una propria via, un proprio equilibrio, una propria professione. Loro sono cresciuto nel quartiere accanto a Tommaso Buscetta, anche lui della Kalsa! Questa amara storia non appartiene solo alla Sicilia, come tanti vorrebbero farci credere, ma è una storia che riguarda tutta l’Italia anche se si estrinseca e manifesta in Sicilia!
Lo Stato Centrale, la politica, di quegli anni hanno la loro responsabilità, avviando un lento ed inesorabile isolamento che ha lasciato sola la terra ed i suoi tanti uomini per bene a fronteggiare il fenomeno mafioso esprimendo la loro voglia di affrancamento dai condizionamenti mafiosi, del malaffare e della malapolitica. Un isolamento che ha portato alla morte di un lungo elenco di eroi grandi e piccoli dei nostri giorni, che ha “sventrato” l’isola nel cuore, portandoci lentamente a vivere in quarantena dal resto d’Italia!
Passaporto prego!…………Ah Bagheria provincia di Palermo…. Zona calda!…..Come si vive da voi?….. Lei di cosa si occupa?…….. Attenda un attimo controllo in Prefettura!
Questa è stata la mia umiliante esperienza in aeroporto alla volta degli Stati Uniti, e che sicuramente molti altri siciliani hanno vissuto. Triste e dura realtà, la mia voce è la mia anima mi ripetevo, io non sono un delinquente sono un siciliano onesto e malgrado tutto orgoglioso di esserlo.
23 maggio 1992, un sabato pomeriggio di lavoro come tanti altri, incontro i colleghi per preparare l’estate dei ragazzi residenti nella comunità “Casa dei Giovani” di Bagheria. “Una bomba ha distrutto l’autostrada a Capaci!” grida un ragazzo.
Di corsa tutti davanti la televisione, increduli a leggere le notizie del televideo, pian piano l’orrore si impossessa delle nostre voci. Una strada aperta, tagliata a metà come solo un chirurgo sa fare e da li hanno estratto il cuore di un popolo intero.
In quell’istante sentivamo le nostre anime che si levavano per accompagnare Giovanni, Francesca, Vito, Rocco, Antonio. Incredulità, lacrime, sconforto non era il primo omicidio di mafia ma stavolta sentivamo che era diverso…
Improvvisamente mi sentii solo in mezzo agli altri, il tempo scorreva lentamente quasi a fermarsi un turbinio di emozioni e pensieri giravano in me, un senso di oppressione che ti profonda che ti stritola la gola, non ti permette di respirare, cerco di gridare di liberarmi da quell’oppressione ma la voce non esce, qualcosa si spezza in me, la speranza, la speranza di vivere in una terra libera veramente! La mia voce è la mia anima, cominciai a pensare che per tutti noi era scomparsa definitivamente la voglia di vivere un futuro diverso, vero e partecipato.
Non erano morti solo “uomini giusti” non erano scomparsi padri e madri di questa terra, ma era scomparsa la fiducia, le aspettative ed i sogni di tutta un intera generazione di uomini e donne. L’amaro destino di una Sicilia ammazzata per mano della mafia si era compiuto.
A distanza di tanti anni la mia voce è la mia anima e con essa grido la mia contrarietà al malaffare ed alla mafia.In questi anni tanti passi in avanti sono stati fatti, ma non dobbiamo dimenticare, e dobbiamo essere consapevoli che la strada è ancora pericolosa e lunga e dobbiamo restar vigili. Come diceva Giovanni, “La mafia non è affatto invincibile. E’ un fatto umano e come tutti i fatti umani, ha un inizio ed una fine, e bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo l’eroismo di inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni” (intervista di Falcone a RAI3)
E come continuava Paolo Borsellino “L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati.“