A distanza di poche ore, si respira ancora l’aria elettorale di un fine trascorso con uno sguardo al nuovo futuro.
Alla fine la realtà va guardata in faccia. Una coalizione di centro destra, governerà la Regione Siciliana.
A dimostrazione del fatto che in una terra di alchimisti, quando si aggregano più elementi, il centro destra riscopre la pietra filosofale.
“Fummo la terra dei gattopardi” e tutto cambia per non mutare; ebbene in una competizione c’è chi vince e c’è chi perde; c’è chi arriva primo e chi secondo; c’è chi segna il gol al 90° minuto e vince (per metafora calcistica).
Il risultato, al di là di logiche di partito, di voto disgiunto, di debaclè politico-elettorale, è il seguente: Il testimone è passato dal governo del centro sinistra a quello di centro destra, e nelle logiche di governabilità, il Movimento, pur essendo il primo gruppo politico in termini di voti in percentuale, sta a guardare con profonda delusione il passaggio del testimone.
Anche se di poco, di un soffio, di un nulla, la Sicilia ed i siciliani del gattopardo, hanno colto il momento, carpito l’evento e manifestato il percorso che di riflesso sarà segnato per le prossime votazioni a livello Nazionale.
Siamo e saremo sempre i fautori e precursori di una politica che detta e segna le sorti del nostro paese; il nuovo governo siciliano sarà il banco di prova dell’applicazione della nuova legge elettorale il “Rosatellum”.
Tornando alla realtà nostrana, colgo l’ennesimo spunto per diffidare l’operato del primo cittadino e della sua governance, che a distanza di tre anni di mala gestio, ha causato più danni rispetto ai dieci anni di amministrazione passata.
L’inefficienza, l’incompetenza, l’inesperienza, l’inettitudine, l’inefficacia, sono i fattori predominanti di una amministrazione fallimentare che ha governato e continua a gestire il suo operato senza bilanci e quindi senza programmazione.
Su ogni settore e servizio dell’ente si naviga a vista.
Ma perché non si presentano i bilanci?
Forse perché l’ente, numeri alla mano, si trova in una situazione altamente deficitaria che imporrebbe, a mio modesto avviso, una ulteriore dichiarazione di dissesto?
Senza programmazione non c’è amministrazione, il primo comandamento che deve seguire la governance.
A proposito di bilanci, un plauso al Commissario Regionale che con ben due decreti di nomina (bilanci di previsione e consuntivi) datati 10/Agosto/2017 e con un periodo di durata incarico fissato in 90 giorni, aveva il compito di accertare i motivi che non hanno consentito tale adempimento (predisposizione schemi di bilancio) e dare contestualmente corso a specifica attività d’impulso in merito (art. 2 del decreto);
Qualora gli uffici avessero esitato le proposte in argomento, provvederà a diffidare, ove occorra, i Sindaci a convocare la Giunta per gli adempimenti di competenza di tale Organo, con l’avvertenza che in difetto di ciò provvederà sostitutivamente ad adottare gli atti omessi. Ove il Sindaco e la Giunta non dovessero adempiere, il Commissario, insediatosi presso l’ente, provvederà a sostituirsi agli organi inadempienti per l’approvazione o adozione degli atti di loro pertinenza. (art. 3 del decreto).
Ad oggi, quasi allo scadere del termine dell’incarico, forse per la troppa e manifesta impulsività del Commissario, dei bilanci o meglio degli schemi nemmeno l’ombra.
Per l’attuale amministrazione è cominciato il principio della fine sia per l’arida situazione economica-finanziaria con la quale deve fronteggiare sia per l’implosione solitaria di un movimento che ha amministrato senza alcun programma condivisibile ed utilizzabile rispetto a quanti intravedono in questo risultato politico, un processo di cambiamento per una nuova e sana politica per il prossimo presente.
Bisogna ricostruire una nuova immagine di credibilità.
Aspettiamo la costituzione di un nuovo governo regionale, per poter avere riscontro di quei diritti di legalità e legittimità, ad oggi, inesistenti e lesi, ma tanto conclamati.