di Camillo Scaduto
Torniamo ad occuparci di Santo Lombino, che qualche mese fa abbiamo incontrato grazie alla rassegna letteraria “Notturni d’autore”. L’occasione ci viene data dalla presentazione del suo libro “Un paese al crocevia. Storia di Bolognetta”, che si terrà stasera, sabato 22 ottobre, a partire dalle 18,30, nella sala conferenze del Castello Beccadelli di Marineo. Dell’evento, organizzato dalla Pro Loco del paese, abbiamo parlato con lo stesso autore.
A quanto pare, questo libro ti sta impegnando parecchio anche dopo la sua pubblicazione
Sì, infatti. Ho già detto che questo libro è venuto fuori da una ricerca condotta in diversi decenni, sia presso l’archivio di Stato che presso gli archivi comunali. Si è trattato di un lavoro oscuro, talvolta faticoso, che adesso sta cedendo il passo ad un’attività sicuramente più aperta agli altri, più condivisa. Sono già stato invitato spesso per parlare di questo lavoro ed anche nei mesi prossimi sono già in programma alcuni appuntamenti. Di questo sono davvero lieto, perché ad ogni incontro riesco ad avere dal pubblico ulteriori spunti di riflessione e, forse, anche altre idee per nuovi lavori.
D’altra parte tu sei uno storico, ma sei prima di tutto un docente. Sei quindi abituato a stare in mezzo alla gente e soprattutto in mezzo ai giovani.
Sì, una parte considerevole dell’attività dello storico, in special modo dello “storico a piedi scalzi” – così come mi autodefinisco perché mi sono sempre professato per la diffusione della storia tra la gente comune, fuori dalle accademie e dalle università – è un’attività che spesso ti costringe a stare da solo con i documenti, le foto, i resoconti, gli appunti. Poi, certo, c’è la necessità di verificare sul campo, toccare con mano quello che le carte riportano e soprattutto cercare di capire perché quelle vicende andarono in un modo e non in un altro o, ancora, se ed in che modo riescono ad avere qualche incidenza anche sul presente. Io mi reputo oltremodo fortunato perché, da docente di Storia e Filosofia nei Licei, ho avuto il privilegio di stare con i ragazzi e condividere con loro percorsi, non soltanto culturali ma spesso anche e soprattutto umani. Ed è noto che dai ragazzi, solo sulla carta discenti, si impara davvero tanto, ogni giorno.
E stasera?
La Pro Loco di Marineo mi dà l’onore di una retrospettiva, con l’amico ed anch’egli storico Nino Di Sclafani che, prima della presentazione del libro, parlerà della mia attività trentennale a servizio della storia.
Sappiamo che questa tua fatica corre lungo tre filoni.
Sì. Il primo riguarda la storia dell’emigrazione siciliana tra fine Ottocento e inizio Novecento; il secondo comprende la scoperta e la valorizzazione delle memorie autobiografiche della gente comune, mentre il terzo mette a fuoco, attraverso l’indagine dei documenti scritti e delle testimonianze orali, le vicende del nostro territorio.
Queste tre “strade” sono legate ad altrettanti libri. Ce li vuoi ricordare?
Certamente. La storia dell’emigrazione è legata ad un saggio del 2003 intitolato “Cercare un altro mondo”. Del secondo percorso fa parte a pieno titolo “La spartenza“, pubblicato da Einaudi nel ‘91 con la prefazione di Natalia Ginzburg, e di nuovo nel 2003 da Navarra, con prefazione di Goffredo Fofi. L’autore in questo caso è Tommaso Bordonaro, contadino semi-analfabeta emigrato negli Usa nel 1948, il quale mi aveva consegnato il suo lavoro, che io mi premurai di far conoscere. Il terzo percorso comprende “I tempi del luogo“, “Il grano l’ulivo e l’ogliastro” e, adesso, “Un paese al crocevia”.
Pensi che ti vedremo presto a Bagheria con il tuo libro?
Sì. Alcuni amici, docenti e studiosi mi hanno già prospettato la possibilità di organizzare un incontro a Bagheria al quale sarò ben lieto di partecipare.