Lo scrivente, pur facendo parte dell’A.N.P.I. sez. di Bagheria, tiene a precisare che quanto espresso in questo articolo rappresenta solo ed esclusivamente il suo personale punto di vista; che non intende affatto innescare polemiche o contraddittori personali, che potrebbero risultare sgradevoli, e ai quali lo scrivente rinuncia senza eccezione alcuna, per rispetto dei lettori e di chi, cortesemente, ha offerto questo spazio mediatico.
- A proposito di una significativa delibera Consiliare e di certe strane “passerelle”.
All’indomani dell’approvazione, nel Consiglio Comunale del 10/12 u.s., della mozione presentata per il riconoscimento dello Stato Palestinese, la sezione cittadina A.N.P.I. ha diffuso un comunicato per esprimere il suo compiacimento e il suo ringraziamento, considerato che la proposta era stata avanzata proprio da questa Associazione, per il ruolo svolto dai consiglieri Guzzo, Barone, Giusy Chiello, Galeandro e Sparacino, dal Sindaco che si è dichiarato in aula a pro della proposta e dai Consiglieri che hanno votato a favore. In tale comunicato si poteva anche leggere però che «La mozione è stata approvata a conclusione di un articolato e interessante dibattito, in cui non sono mancate motivate dichiarazioni di voto contrario e di astensioni, in ogni caso degne del massimo rispetto».
Avevamo, infatti, giudicato con favore il fatto che, al di là dei diversi punti di vista, la mozione aveva suscitato un dibattito che ci era parso, per certi aspetti, sollevarsi al di là di un ristretto (e miope e sterile) significato ideologico o partitico, così come avevamo auspicato in un altro comunicato in data precedente la seduta del Consiglio, con il quale avevamo voluto chiarire il valore ideale e simbolico dell’iniziativa, esclusivamente finalizzata ad aprire percorsi di pace, e ribadirecome dovere etico/politico di tutti noi cittadini non rimanere insensibili rispetto ad un così grave dramma umanitario.
Forse ci siamo illusi che un argomento così “sovra-politico” e “sovra-locale”potesse sollecitare tutti, pur nelle rispettive e rispettabili differenze, a sollevare lo sguardo verso un orizzonte più alto («pensare globale/agire locale, pensare locale/agire globale»).
Forte, dunque, è stata la delusione nel leggere il comunicato dei consiglieri Arena e Pecoraro che, intanto, volendo spiegare perché non hanno approvato la mozione, da una parte ammettono che « “Due popoli due Stati” sia la soluzione giusta, l’unica possibile nell’interesse dei palestinesi e degli stessi israeliani » ma, dall’altra, omettono l’unica conseguente, coerente e logica deduzione: l’ipotesi “due popoli, due Stati”, qualora percorribile, non può essere raggiunta senza il previo riconoscimento dello Stato di Palestina. E invece, a stretto giro di walzer, motivano il loro voto contrario invocando presunte strumentalizzazioni a cui non hanno inteso prestare il fianco per “non partecipare ad inutili passerelle”.
Ma a quali strumentalizzazioni si riferiscono?
Forse al fatto che il consigliere Guzzo, come iscritto all’A.N.P.I, e come politicamente “di sinistra”, ha fatto sua la proposta, l’ha presentata correttamente e dignitosamente, e, a seguito della votazione, ne ha rivendicato il merito? Ha approfittato, forse, per chiedere in cambio qualche posto di sottogoverno locale, regionale o nazionale, o un incarico quale rappresentante speciale per la Palestina? Dov’è la strumentalizzazione?
Ma anche ammesso e non concesso, per annullarne gli effetti, sarebbe bastato che anche l’opposizione di Destra avesse votato a favore per dimostrare che la mozione non poteva “appartenere” solo alla Sinistra, proprio perché, ripetiamo, è stata promossa dall’A.N.P.I. per invocare, al di là e al di sopra delle parti politiche, pace e pari dignità per i palestinesi. O forse ai consiglieri di Fratelli d’Italia il solo immaginare di poter votare una proposta dell’Associazione Nazionale Partigiani avrebbe provocato un riflesso pavloviano di opposizione-a-prescindere (oltre che un leggero brivido nella schiena: e chi glielo dovrebbe dire a “mamma” Meloni?) ?
Forse anche l’A.N.P.I. nazionale e locale, avrebbe strumentalizzato la tragedia di quella guerra, per attirare consensi, tessere o contributi? O, invece, non avrebbe dovuto fare nulla, e restare “neutrale”, in attesa che i politici di “destra” si decidessero a prendere qualche iniziativa in proposito e, solo dopo, allinearsi al Tajani, al Salvini o al Vannacci di turno?
Ancora: gli altri consiglieri che hanno sostenuto la mozione e quelli che l’hanno votata, l’hanno anch’essi strumentalizzata? Forse sono anch’essi tutti “di sinistra”? E, anche ammesso, questo sarebbe un vulnus politico tale da inficiare la “sostanza” e la finalità di una giustissima e nobile iniziativa?
Le inutili passerelle, poi, dove le hanno viste? Forse (absit iniuria verbis!) hanno scambiato la consigliera Giusy Chielllo per la Presidente del Consiglio che, in quanto a “inutili passerelle” e a piroette politiche può essere considerata un* modell* esemplare?
Tutte queste domande mi pare chiarissimo non abbiano bisogno di risposte.
Come emerge anche da queste semplici osservazioni, quando il livello e lo stile di fare politica si riduce, per interessi “di parte”, a un ristretto (e miope e sterile) atteggiamento ideologico o partitico che spinge ad usare sui social stereotipi ad effetto, come quelli utilizzati “a bella posta” anche dallo scrivente (sinistra-destra-destra-sinistra), può rimanere più spazio per un ragionamento politico serio o per un dialogo costruttivo o per un confronto critico ma mai fazioso? Forse i consiglieri “meloniani”, spinti dalla loro “passione” di parte, hanno perduto un’ottima occasione per tacere, dopo essersi espressi in Aula.
A proposito poi di Rete Civica-Bagheria, bontà sua!, si è ritrovata ad ammettere « l’unica cosa di cui siamo certi della bontà ma che onestamente (onesta-mente, è già qualcosa!, nota dello scrivente) è più una cosa simbolica che pratica, cioè l’adesione agli enti che riconoscono lo Stato di Palestina»; dopo aver sciorinato, però, una serie di capziose osservazioni che vorrebbero essere ironiche (sic!) ma che si potrebbero sintetizzare con l’incipit di una commedia plautina: “ridicula res est”.
Forse, quanto a sperpero di denaro pubblico, qualcuno di Destra dovrebbe guardare “dentro casa sua” e chiedere conto (e conti!) a chi presiede il Governo, che, pur di mostrare “i muscoli”, non ha alcuna remora nel dissipare, in Albania, pubblico denaro dello Stato per tenere lontano chi minaccia (sic!) “i sacri confini della Patria”.
Nunc hactenus ! E cordiali auguri a tutti per le imminenti festività.