Nel giugno scorso è morto Franco, fino ad età adulta ho sempre pensato che non avesse cognome o che comunque si chiamasse Il Conte. Perché per tutti non era Franco Oliveri, ma Franco il Conte. A Franco mi lega un rapporto d’amicizia condito da una dialettica vivace e da contrapposte visioni politiche, ma entrambi con la stessa passione per la nostra città.
La storia dei “Conte” ha inizio con Croce Oliveri, classe 1920, originario di Carini, che sposa Concetta, nativa di Frazzanò, piccolo paesino in provincia di Messina. I due per diversi motivi giungono a Bagheria accolti da un amico. Croce non aveva un lavoro vero e proprio, faceva lavoretti saltuari, cercava di sbarcare il lunario inventandosi attività lavorative, certo l’inventiva e l’intraprendenza non gli mancava.
Su suggerimento di un amico della puntavugghia – quartiere a nord di Bagheria nei pressi della stazione ferroviaria, un tempo zona diciamo “industriale”, Croce decide di lavorare da banconista in un bar della puntavugghia appunto. In quegli anni si organizzavano feste alla puntavugghia, spettacoli, soprattutto in onore di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti e Croce, in una di queste occasioni, viene scritturato in una rappresentazione teatrale con il ruolo di un “conte” e talmente si è immedesimato nella parte e talmente si atteggiava al ruolo, che da quel momento fu chiamato “u cuonti”, il conte, ma non solo lui ma tutti suoi figli, perché nel frattempo dall’unione con Concetta erano nati 3 figli maschi e una figlia femmina. Il Conte quindi nel 1964, dopo avere lavorato per diversi anni al bar La Favorita, decide di aprire un ristorante in società a piazza Indipendenza. Nasce a Bagheria la “trattoria del Conte”. L’esperienza societaria dura poco, solo un anno, infatti nel 1965, il figlio più grande di Croce, Giovanni insieme ai genitori e al fratello Pippo aprono un nuovo locale in Via Diego D’Amico e successivamente in via Federico II. Di fatto ritornano a Puntavugghia, dove tutto era iniziato.La famiglia si allarga, i figli crescono e arrivano pure i nipoti, quindi i “Conte” aprono altri ristoranti, Giovanni ne apre uno in Via Filippo Buttitta e Franco, u picciriddu, osa non solo aprire
una trattoria ma addirittura costruire un hotel, un hotel a Bagheria, da Franco il Conte. E con Franco, arriviamo a Claudio, a Claudio Oliveri, il titolare e lo chef di Oliveri 64. Quando Claudio ha appena tre anni, Franco che davvero ha sempre avuto l’eleganza e anche la spavalderia di un nobile, acquista un terreno nella zona “vaniddazza”, all’incrocio di via angiò, un tempo zona degradata ai piedi della montagnola di Villa Valguarnera, ora divenuta via Vallone De Spuches, asse viario e di collegamento indispensabile, dove sorge un quartiere residenziale. Franco realizza un albergo con 13 camere e il ristorante “Franco il Conte” appunto. Immaginare un albergo a Bagheria alla fine degli anni 80 era da folli o da visionari. E Franco aveva una sana follia ed è stato un visionario che ha trasformato i suoi sogni in realtà.