di Domenico Aiello
I bagheresi da sempre si considerano una repubblica a parte ,nel senso che le regole e il comune conversare politico e sociale che è d’uso in Italia, qui da noi vanno rivisitati perché il baarioto è convinto di capire meglio e più degli altri cittadini della Repubblica il senso e l’interpretazione da dare alle comuni regole, soprattutto in materia politica.
Da un lato l’orgoglio di sentirsi migliori potrebbe essere positivo quando si trasforma in soluzioni innovative ed efficaci oppure in originale creatività artistica e culturale: succede a quei bagheresi che hanno intelligenza e tanta strada nelle gambe. Quando il malinteso senso di superiorità si trasforma in formale adesione ai valori condivisi ma ognuno pensa solo a come farsi i fatti propri il rischio della deriva sociale diventa certezza. Storicamente la politica bagherese è stata spesso condizionata da interessi di gruppi d’affari e purtroppo anche mafiosi, quasi sempre comunque da interessi anche di singoli e famiglie: è ovvio che la politica rappresenti gli interessi della parti sociali, meno ovvio è realizzarli a scapito dell’interesse generale.
Si parla molto del nuovo Sindaco e del nuovo Consiglio e i baarioti siamo appunto bravi a fare le pulci a tutti ma u baarioto ‘n mezzo a via, u so’ immu un su talìa!
Abbiamo come città una serie di problemi enormi causati da errori fatti nel passato e che pesano ormai come montagne sul futuro del territorio e delle giovani generazioni: la Bagheria operosa che dava pane e lavoro è esistita una volta ma ora?
Il Comune gravato da debiti e da pesi che non potrà più sopportare chiede spesso aiuto e conforto a d altri Enti come la Provincia e la Regione che sono praticamente nella stessa situazione in quanto a deficit e sperperi. Chi potrà mettere mano ad una inversione di tendenza così difficile?
Ridare speranza alla città, che ha bisogno di poter esprimere le proprie capacità lavorative e le doti intellettuali di cui tutti ci vantiamo, è un compito quasi impossibile. La politica non è la lotta tra fazioni ma la difficile arte di risolvere i problemi e sembra proprio che a Bagheria o non ci sia politica o i problemi siano irrisolvibili.
A Nord del nostro Nord , non quello abitato dagli strani personaggi allergici al tricolore e devoti al dio Po ,ma ancora più su (in Germania) quando hanno avuto gravi problemi economici, i politici hanno messo da parte le faziosità e hanno affrontato insieme le emergenze nell’interesse della nazione .
Abbiamo eletto sinora , con il nuovo sistema elettorale, quattro Sindaci: Valentino, Fricano, Sciortino, e Lo Meo .Tutte persone dalla riconosciuta professionalità che hanno creduto nella politica, ognuno a suo modo. Inoltre ci sono tanti che hanno responsabilità varie al Comune, alla Provincia o alla Regione : gente che ha buone qualità e voglia di fare. Per non parlare del mondo del lavoro che cerca in tutti i modi di farsi ascoltare e di partecipare.
Smettiamola con questo tormentone che 500 candidati erano troppi. Alla democrazia si partecipa e se le idee vanno insieme alla serietà e all’impegno nel sociale si può sperare di essere scelti: l’onorevole Peppino Speciale rimproverava sempre i compagni di partito che se la prendevano con gli elettori invece di analizzare gli errori politici commessi!
Eppure nonostante tutto l’impegno di molti nella politica bagherese il paese non va: nessuno è contento e molti vanno via. Non rimpiango il passato però negli anni dell’incontenibile spesa pubblica sicuramente sono state impiegate notevoli risorse finanziarie (ora esaurite pure quelle) che però non hanno cambiato l’assetto complessivo della città. Sono in crisi le attività economiche tradizionali e Bagheria non è ancora un polo di servizi di qualità per nessuno. Se non fosse per le sedicimila pensioni, per gli stipendi dei dipendenti pubblici, per le rendite comunque accumulate dalla generazione precedente Bagheria potrebbe chiudere persino come città-dormitorio.
Abbiamo avuto Sindaci capaci e in grado di affrontare i problemi ma non di risolverli per mille difficoltà e tra queste la litigiosità e l’inconcludenza della politica hanno avuto un ruolo importante: la società civile non è indenne altrettanto da questi mali e allora il compito del nuovo Sindaco è paradossalmente semplice: egli è il Sindaco di tutti e a Bagheria tutta si deve rivolgere per capire i problemi e individuare le soluzioni. Altro che maggioranze e opposizioni: siamo al disastro sociale e ancora qualcuno suona l’orchestrina del Titanic mentre la nave affonda. Aprire la partecipazione alle decisioni, coinvolgere i nuovi soggetti sociali e chi si è messo in disparte perché schifiato dell’andazzo, infine decidere (è la sua responsabilità) per la città.