Un risultato, quello referendario, che lascia un po’ l’amaro in bocca. Per svariate ragioni.
La prima è sicuramente la scarsa percentuale di votanti recatisi alle urne: uno scarso 32% su Bagheria (ed uno scarso 36% a livello regionale), non ascrivibile solamente al periodo Covid, ma sintomo di un malessere e di uno scollamento sempre più evidente tra cittadini ed Istituzioni.
La seconda ragione attiene, ovviamente, al risultato. Un Si vincente con una percentuale del 75%
Eppure. La campagna per il NO è stata tutta in salita, evidentemente. Un NO che è riuscito a dimostrare che, nonostante tutta la pletora dei partiti in Parlamento sostenesse il Si (M5S, PD, Lega etc.) si possono e si devono portare avanti le proprie ragioni, convintamente, anche se impopolari e minoritarie.
Ed in questo percorso, +Europa è stato l’unico partito che, coerentemente con quanto votato in Parlamento, ha proseguito la propria battaglia referendaria in piazza, informando, motivando, coinvolgendo. Un NO che in poche settimane ha comunque recuperato rispetto ai sondaggi iniziali e che dimostra che esiste ancora – fortunatamente – una fetta di popolazione che non cede all’antipolitica, che scende in piazza per manifestare le proprie motivazioni.
Come membro della direzione nazionale di +Europa, sono comunque orgogliosa di aver portato avanti le ragioni del nostro NO a questa riforma; un NO impopolare, di sicuro, ma che ci spinge a continuare a lavorare ed impegnarci.