Non abbiamo dimenticato il nostro dialetto e all’annu nuovu cerchiamo nuovi significati interessanti. Ovviamente la ricerca nasce spontanea sentendo parlare i ragazzi o addirittura gli anziani del paese. Le mie piccole ricerche avvengono per caso dal fruttivendolo, al supermercato e, spesse volte, la notte quando non riesco a dormire.
Stanuotti pinsau all’espressione “lasciarsi infinocchiare”, espressione dell’800, che deriva dall’abitudine dei cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava per acquistare il vino custodito nelle botti. Il grumolo infatti contiene sostanze aromatiche che rendono gustoso anche un vino di qualità scadente o prossimo all’acetificazione. Il verbo infinocchiare è un verbo transitivo che oltre al significato di aromatizzare può anche avere un significato familiare come imbrogliare, raggirare, farsi infinocchiare, cioè quando qualcuno tiene in pugno qualcun altro raggirandolo a suo piacimento. Cosa avrà fatto mai u poviru finuòcchiu pi miritarisi un modo di dire così denigrante? Tutto questo ci rende chiaro il significato del detto quindi bisognava accattari u vinu senza lassarisi nfinucchiari dal venditore. Io stessa non conoscevo il significato e spesso associavo questo detto ad altro significato. Ora svelato il mistero avissi a ruòimmiri chiòssai, piccole curiosità nostrane.
Oltre al finocchio, nei proverbi siciliani troviamo anche l’aglio. I siciliani usano tutto e non tralasciano nulla. Il proverbio che sto per citare riguarda i rapporti di vicinato. Quante volte avete avuto problemi con i vostri vicini? Avuogghia! “Na casa si e una no” direbbe qualcuno. Magari è stata una piccola lite, sempri na camurria è! Alli voti sunnu tinti arraggiati, curiosi e sparrittieri, tantu ntricanti che ti guardano persino dentro i sacchetti che scendi dalla macchina. Ebbene, c’è un proverbio siciliano dedicato ai vicini che proprio un ni calanu. Il proverbio di oggi è: “ Ci voli l’agghia pì li vicini”. Il detto tradotto significa: “Ci vuole l’aglio per i vicini”. Detto così, potrebbe suonare incomprensibile, ma basta approfondirlo un po’ per avere le idee più chiare. Quando i vicini sunnu camurrusi bisogna tenerli alla larga con l’aglio. Perché proprio l’aglio? Perché secondo le credenze popolari, l’aglio avrebbe tanti poteri, tra cui quello di allontanare u maluòcchiu. Esiste, in alcune località, l’usanza di tenere appese alla porta le trecce d’aglio, proprio per proteggere dai poteri oscuri. La prossima volta che vi troverete ad avere a che fare con un dirimpettaio un po’ fastidioso, ricordatevi di questo detto. E’ tutta saggezza popolare, frasi del genere mi fanno ridere così tanto che amo tanto il popolo siciliano proprio per questa esternazione di odio e amore. Semu fatti accussì e non ci possiamo fare niente.
Baciamu li manu!
Anna Citta è una docente di Lingua e Letteratura Inglese. Vive a Porticello, un piccolo borgo marinaro. Ha due grandi passioni: il mare e il dialetto siciliano. Da circa 10 anni Si interessa di tradizioni popolari e di detti tipici del nostro dialetto, usi e costumi, proverbi e altro. Il suo è uno studio senza fine, una grande passione che coltiva nel tempo libero. Pensa che studiare una lingua sia il modo giusto per entrare nella vita della gente, per capire i sentimenti di un popolo e il loro modo d’essere, per sentirne gli odori, i sapori e conoscere il dolore della gente. Per questo ama la Sicilia e la sua sicilianità.