Ma chi fa un ci ruimmisti? Oggi mi vinni un dubbio amletico, ma chi cos’è a ‘Botta ri sali’? Si dice spesso, ma ri unni vieni? Botta ri sali si usa principalmente per lanciare una maledizione contro qualcuno. Esiste la variante più edulcorata ‘botta ri àcitu’ e quella più brutale ‘botta ri sangu’. E di solito si usano nella frase: ‘t’avissi a vvieniri na botta ri’…
C’è una sorta di gerarchia di gravità e ognuna di queste espressioni è direttamente proporzionale al torto subito e dunque al male che si vuole augurare ad una persona. ‘Botta ri sangu’ si usa per augurare qualcosa di veramente grave ad una persona, tipo una morte istantanea o una malattia grave. ‘Botta ri sali’ è già meno grave, non penso però che esista un motivo preciso per il quale si usi la parola sali , credo sia solo un modo per evitare sangu, un vero e proprio eufemismo che gioca sul fatto che le due parole cominciano con le stesse prime due lettere (a meno che ci si riferisca al sapore spiacevole del sale o a qualche malattia dovuta ad un eccesso di sale). Se non sbaglio ho sentito dire anche ‘botta ri vilienu’ , qui il significato è abbastanza chiaro. Una ‘botta r’àcitu’ ha un livello di gravità equivalente a: ’possa andarti di traverso (riferito al cibo)’. Letteralmente si usa per augurare una violenta acidità e pesantezza di stomaco. E’ una maledizione abbastanza leggera.
Tutte queste espressioni vengono usate anche come interiezioni per esprimere sorpresa, contrarietà rispetto ad un evento del tutto inaspettato, sgradito (come in italiano ‘accidenti, caspita,etc..’). Alle volte quando sbattiamo il mignolino nello spigolo del tavolo diciamo con aria arraggiata: ‘botta ri sali a tia e a cu mi sta pinsannu’ o ‘a tutta a to razza.’ Addirittura la maledizione viene girata a più persone, quanto siamo pittoreschi! Mi raccomando leggete ma non dite ‘botta ri sali’ ca piccatu è…
Buona vita e scusate le chiacchiere!
Anna Citta è una docente di Lingua e Letteratura Inglese. Vive a Porticello, un piccolo borgo marinaro. Ha due grandi passioni: il mare e il dialetto siciliano. Da circa 10 anni si interessa di tradizioni popolari e di detti tipici del nostro dialetto, usi e costumi, proverbi e altro. Il suo è uno studio senza fine, una grande passione che coltiva nel tempo libero. Pensa che studiare una lingua sia il modo giusto per entrare nella vita della gente, per capire i sentimenti di un popolo e il loro modo d’essere, per sentirne gli odori, i sapori e conoscere il dolore della gente. Per questo ama la Sicilia e la sua sicilianità.