Tra i ricordi truvau sta fotografia antica. Che emozioni e Divertimento quel giorno. Il paese era in festa e unni ti giravi giravi c’era un altarino in onore ri Sant’Antuninu.
Quand’ero piccola io Sant’Antuninu lu prutitturi era il canto che intonavano mia nonna Anna e le sue amiche nella piazzetta ra funtana ncapu a chiesa. Ricordo che era un giorno di festa, io e i miei cugini correvamo su e giù per la strada aspettando che arrivassero quelli ru triunfu. Era un’emozione grande perché in quell’occasione si riuniva tutta la mia famiglia. Venivano i miei cugini di Casteldaccia ed era festa ranni. Mia nonna indossava quel vestitino marrone e bianco, mi dava un senso di freschezza, quei movimenti raffinati come solo lei sapeva fare. Delicata, sorridente e pulita. Ricordo ancora il suo odore e le sue mani. La osservavo quando parlava, mi piacevano i suoi gesti da donna sicula, se fossi stata sordomuta avrei capito lo stesso. Ricordo che c’era la gioia dell’attesa, e quando era il turno nostro, cominciavano i musicisti a suonare un ‘cadduozzu’. Un cadduozzu era un pezzo di musica suonato in onore del Santo. Alle volte era divertente perché non si trattava di vera e propria musica sacra. Ricordo che i musicisti avevano in repertorio qualche brano più moderno. Ricordo Sant’Antuninu cunsatu vicino o zzu Ninu ra Cainni, papà della mia amica Nunzia. Se ne occupava a zza Catarina a scricchiata. Ci riconosevamo dai soprannomi, ognuno aveva il suo. Che Divertimento noi ragazzi di provincia. Aspettavamo quel giorno con impazienza perché era il giorno che apriva i bagni a mare. Ricordo mia mamma che diceva: ‘i bagni a mmari si fannu pi Sant’Antuninu.’ Ed era così vi giuro, guai se avessi cominciato prima! Non so perché, ma se non ascoltavo le parole di mia madre mi vinieva a frievi a quaranta. Alle volte vorrei tornare bambina soltanto per sentire quella genuinità che non trovo più. ‘Cinquanta mila voti e laramu a Sant’Antuninu.’
Auguri a tutti quelli che portano questo nome.
Mi chiamo Anna Citta e sono una docente di Lingua e Letteratura Inglese. Vivo a Porticello, un piccolo borgo marinaro. Ho due grandi passioni: il mare e il dialetto siciliano. Da circa 10 anni mi interesso di tradizioni popolari e di detti tipici del nostro dialetto, usi e costumi, proverbi e altro. Il mio è uno studio senza fine, una grande passione che coltivo nel tempo libero. Penso che studiare una lingua sia il modo giusto per entrare nella vita della gente, per capire i sentimenti di un popolo e il loro modo d’essere, per sentirne gli odori, i sapori e conoscere il dolore della gente. Per questo amo la Sicilia e la sua sicilianità.