Atteso incontro tra i ragazzi dell’istituto Ipsia di Bagheria e alcuni ipovedenti dell’associazione AFDA, guidata da Luigia Perricone, all’interno del progetto provinciale Tutti insieme incammino”.
Un folto gruppo di alunni, insieme ad alcuni docenti e alla professoressa Marcella Campo, hanno atteso e ascoltato in un silenzio, colmo di emozione e attenzione, la storia e le esperienze di vita di un dinamico ipovedente, Giovanni Di Stefano. L’uomo, cieco fin dalla nascita, ha vissuto per molti anni a Vigevano, riuscendo ad assorbire la cultura di un mondo ricco di iniziative e di vivacità sociale, che gli hanno permesso di vivere il suo status da uomo libero, non imprigionato dai fantasmi delle paure, dalle inibizioni, dal facile vittimismo, di cui i siciliani siamo spesso avvezzi, ma scrollandosi da addosso la fatale rassegnazione, è riuscito a trovare un ottimo lavoro, a costruirsi una famiglia, ad avere dei splendidi figli, a crearsi una rete di amicizie e a portare avanti degli hobby di tutto rispetto , come suonare in una sua piccola band. Le sue esperienze, la sua testimonianza hanno così dipanato un’ altra scheggia di chiusura mentale alla voglia di rinnovamento.
L’Afda, in continuità con la sua linea d’interventi, continua a dimostrare come la diversa abilità sia officina e motore di crescita culturale, con una ricaduta positiva per tutta la collettività. A conclusione della visita, è stata offerta ai ragazzi dell’Ipsia, grazie ad un altro non comune intervento di Lorenzo Rizzo, uno scorcio di vita degli anni 60/70. Uno sguardo a come eravamo, attraverso una ricercata e accurata ricerca antropologica su alcune usanze e tradizioni tipiche bagheresi, che ha acceso la curiosità e il dibattito tra le fila dei ragazzi. L’Ipsia, ancora una volta, si è dimostrata una scuola particolarmente attiva perché ogni scuola che funzioni bene, deve saper insegnare a muoversi, a orientarsi, a confrontarsi ed essere in grado di trasformare la disabilità in abilità.