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venerdì 22 Novembre 2024

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Gli oppositori del Rettifilo. 125 anni molti ne osteggiarono la costruzione

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corso baldassare scaduto
martorana nuovo
di Giuseppe Martorana
7 minuti

Come ho scritto in un precedente articolo, Baldassare Scaduto dovette sostenere una lunga e vivace lotta contro la minoranza municipale che cercava di ostacolare, per il rettifilo da realizzare, il riconoscimento che si trattasse di un’opera di pubblica utilità.

Portavoce dell’opposizione era l’avv. Salvatore Caputo, ma anche molti cittadini criticavano apertamente tale realizzazione. A ogni buon conto, il battagliero “ron Batassaru” e la sua Amministrazione avevano ottenuto il decreto che la via andava tracciata perché utile alle attività commerciali e turistiche di Bagheria e di Aspra.
     Tale autorizzazione da parte della Prefettura indirettamente avvalorava la tesi che in ogni caso non si trattava di un’opera che avrebbe apportato conseguenze dannose per la nostra collettività, anche se l’impegno di spesa era molto consistente.
     Come dicevo in quell’articolo, anche il giornale palermitano “La Provincia” bersagliava l’amministrazione del prosindaco Scaduto, soprattutto
per certe minacce che da parte di qualcuno sarebbero state fatte al rivenditore bagherese di quel giornale, invitandolo a non mettere in vendita le copie che riceveva da Palermo. Così dichiarava il rivenditore Matteo Consumaro.
     Lo stesso giornale, nell’edizione del 15 dicembre 1906, pubblicò interamente la copia del ricorso che, a firma di circa cento persone, era stato presentato al Prefetto di Palermo contro la concessione del decreto di pubblica utilità, già rilasciato al nostro Comune. Oltre a pubblicare detto ricorso, il giornale affermava che data l’importanza dell’argomento si riservava di occuparsi estesamente della questione cotanto dibattuta e cotanto grave, la quale minacciava di turbare la tranquillità di Bagheria. 
     Gli altri quotidiani palermitani – Il Giornale di Sicilia e L’Ora – non si schierarono contro la realizzazione dell’opera, ritenuta, invece,  strategica per il futuro di Bagheria.
     Ed ecco alcune parti del ricorso:
                            Onorevole Sig. Prefetto
                                       della Provincia di Palermo
  I sottoscritti cittadini di Bagheria, nell’interesse dell’intera cittadinanza, rassegnano alla S. V. Ill.ma quanto appresso:
     L’attuale amministrazione comunale di Bagheria, poco curante dei veri e reali interessi del paese, per spirito di megalomania e per fini certamente privati, intende costruire una strada che deve prolungare il Corso Butera fino al mare di Aspra, e non avendo potuto ottenere, per le ragioni che qui appresso diremo, i concordati con i proprietari degl’immobili da espropriarsi per la costruzione della detta strada, ha spinto domanda alla S. V. per ottenere un decreto dichiarante tale costruzione di pubblica utilità.
     I sottoscritti, intanto, fanno osservare alla S. V. Ill.ma che la costruzione di detta strada è un’opera meramente di lusso, e che sarebbe puro atto di follia e tradire gl’interessi più vitali di questo disgraziato paese buttare migliaia e migliaia di lire in una costruzione di strada che nessun reale beneficio gli arrecherebbe, mentre esso abbisogna di opere assai urgenti e necessarie.
     I decantati vantaggi della progettata strada esistono soltanto nella mente di chi compilò la relativa relazione, di chi ha interesse che la detta costruzione avvenga.
     Non è vero che doterebbero di viabilità i fondi sottostanti al paese, perché la progettata strada non attraversa che il latifondo dei signori Marchese De Cordova e delle piccole proprietà enfiteutiche sorte in detto latifondo che hanno viabilità propria.
     Non serve poi ad abbreviare la distanza tra Bagheria e la borgata Aspra perché la progettata strada va a finire distante da essa in una scoscesa scogliera, (1) e quindi sarà sempre preferibile l’attuale via d’Aspra che va nel cuore del paese e che è meno lunga da quella che si vorrebbe costruire. (2)
     Del sogno utopistico di un porto ad Aspra è inutile occuparcene, da sé solo si rileva una chimera inattuabile e per la spesa  e per la inutilità di essa, data la vicinanza di Bagheria a Palermo. Benefici dalla nuova strada il paese non ne verrebbe a ricavare, ma danni ed enormi sì.
     Il paese ha bisogno di altre opere urgenti e necessarie per la sua viabilità, per tendere al suo fine di cittadina evoluta, igienica e pulita. Omissis.    
     È lecito adunque credere che la spesa per la completa costruzione di detta strada arriverà per lo meno al doppio della cifra prevista (lire 71.478,92).
     Può l’Onorevole signor Prefetto, supremo tutelatore degl’interessi del paese, misconosciuti da un’inconsulta amministrazione comunale, permettere sì grave sperpero del pubblico denaro? Omissis
    In tale fiduciosa speranza, i sottoscritti, alieni da opposizioni capricciose e animati dei veri e gravi interessi del paese, e colla coscienza tranquilla di aver compiuto il loro dovere di cittadini, si rassegnano con tutta osservanza.
     Bagheria li 30 novembre 1906                  (seguono le firme)
    In seguito a questa richiesta, il Prefetto non modificò il decreto di pubblica utilità già rilasciato, anche se alcune motivazioni dei ricorrenti potevano considerarsi condivisibili. In verità, l’opera, dopo la sua realizzazione, fu gradita a tutta la cittadinanza che era orgogliosa di averla fatta, come lo è tuttora dopo più di 110 anni.

1) All’incrocio con la strada che sale verso Mongerbino, zona allora disabitata.

2) Il vecchio percorso per Aspra è l’attuale viale Sant’Isidoro che, partendo dalla S.S.113, porta verso il cimitero, quindi, superando la villa Sant’Isidoro-De Cordova, prosegue per via Cipressi, raggiunge la piazza Mons. Cipolla e per via Zara raggiunge il mare.

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