di Antonino Russo
Gli “intellettuali” sono tutti coloro quali usano la ragione che deriva dall’intelletto. Solo le bestie, quindi, non possono diventare intellettuali perché non godono del privilegio della luce dell’intelletto non possono avere la ragione. Se l’uso dell’intelletto è comune a tutti gli uomini, non si capisce perché solo alcuni di loro debbano potersi fregiare del titolo d’intellettuali.
Scrivere una poesia, una pagina di prosa, una commedia, seguire una contabilità, richiedono un uso dell’intelletto pari a quello che serve al contadino per coltivare i campi, al meccanico per riparare una macchina, etc.
La comune definizione di “bracciante”, ad esempio, non è completamente esatta: è il cervello a guidare le braccia; queste da sole non saprebbero eseguire alcun lavoro.
Tutti gli uomini hanno un cervello. Se differenze vi sono è perché alcuni lo fanno esercitare in letture, scritti, discorsi, conversazioni: e questo non lo fanno soltanto quelli che frequentano le scuole, si diplomano, si laureano e trovano un impiego adeguato. Anche un artigiano, ad esempio, può leggere, scrivere e fare lunghe conversazioni.
Nella nostra comunità vi sono state tante persone che hanno avuto la capacità di procurarsi una istruzione al di fuori della scuola, utilizzando al meglio il tempo libero. Queste persone no le vogliamo considerare intellettuali?