Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano apre il suo discorso di fine anno con un pensiero ai militari all’estero. “Un augurio affettuoso a tutti voi, uomini e donne d’Italia, che vivete e operate in patria e all’estero, e in particolare a quanti servono da lontano la nazione, in suo nome anche rischiando la vita, come nelle missioni di pace in tormentate aree di crisi”, dice il Capo dello Stato.
Giorgio Napolitano guarda “all’unità nazionale come bene primario da tutelare e consolidare”. ‘In questo spirito ho operato finora, secondo il ruolo attribuito dalla Costituzione al Presidente della Repubblica”, ribadisce.
“Alla vigilia di importanti elezioni politiche, non verranno da me giudizi e orientamenti di parte, e neppure programmi per il governo del paese, per la soluzione dei suoi problemi, che spetta alle forze politiche e ai candidati prospettare agli elettori”. Nel suo discorso di fine anno, il presidente Napolitano sostiene di muovere “piuttosto dal bisogno che avverto di una considerazione più attenta e partecipe della realtà del paese, e di una visione di quel che vorremmo esso diventasse nei prossimi anni”.
“Al di là delle situazioni più pesanti e dei casi estremi, dobbiamo parlare non più di “disagio sociale“, ma come in altri momenti storici, di una vera e propria “questione sociale” da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica”. “E prima ancora di indicare risposte, come tocca fare a quanti ne hanno la responsabilità, è una questione sociale, e sono situazioni gravi di persone e di famiglie, che bisogna sentire nel profondo della nostra coscienza e di cui ci si deve fare e mostrare umanamente partecipi”, spiega il Capo dello Stato. (ansa.it)