Duro colpo alla famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato 9 persone.
Il provvedimento è stato emesso dall’ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.
L’indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido, costituisce l’esito di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sulla famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno che ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione mafiosa, organicamente inserita nel mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno.
Gli arrestati sono: Agostino Giocondo, 51 anni; Gregorio Crini, 56 anni; Pietro Gaeta, 37 anni; Giovan Battista Martini, 58 anni; Pietro Pizzo, 52 anni; Giuseppe Martorana, 47 anni; Salvatore Billeci, 37 anni; Vincenzo Sunseri, 22 anni; Salvatore Giocondo, 27 anni.
L’indagine è iniziata dai carabinieri nel gennaio 2020. A Belmonte Mezzagno nell’ultimo triennio Cosa Nostra ha messo a segno alcuni fra i più eclatanti fatti di sangue dell’intera provincia di Palermo.
Il 10 gennaio 2019, a Belmonte Mezzagno, venne ucciso a colpi di pistola Vincenzo Greco.
L’8 maggio 2019, venne ucciso Antonio Di Liberto.
Il 2 dicembre 2019, benne ferito Giuseppe Benigno. Lo stesso riuscì a fuggire riuscendo a raggiungere il pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo.
Il 28 febbraio 2020, cadde sotto i colpi dei killer Agostino Migliore, fratello di Giovanni Migliore ritenuto ‘uomo d’onore’ della famiglia di Belmonte Mezzagno e allo stato detenuto.
Fra gli arrestati figura Agostino Giocondo, per il quale emergono gravi indizi sulla sua appartenenza a Cosa Nostra. Sarebbe lui a custodire le armi da parte della famiglia di Belmonte Mezzagno, delle quali solo due sono state rinvenute: un fucile da caccia marca Winchester calibro 12 con matricola parzialmente punzonata e un revolver calibro 38 special Smith & Wesson con matricola abrasa. La pistola, provento di una vecchia rapina, è stata sequestrata nel corso di un tentativo, messo in atto dai sodali, di venderla a soggetti palermitani, permettendo così di configurare agli odierni arrestati, oltre che la ricettazione,.