Una donna di Bagheria, N.S. di 67 anni, sarà risarcita dallo Stato, per avere contratto l’epatite C.
Lo ha stabilito il giudice della terza sezione civile del tribunale di Palermo, Giuseppe Riini.
La notizia è stata diffusa dal Giornale di Sicilia con un articolo a firma Riccardo Arena.
A difendere la donna sono due avvocati bagheresi: Giancarlo Sciortino e Valeria Balistreri.
La donna riceverà 36.035,29 euro di risarcimento, oltre a 7.100 euro per le spese legali.
La vicenda risale al 1974 quando la donna venne ricoverata al Policlinico, e tra il 28 e il 30 ottobre fu sottoposta a una trasfusione.
Nel 1999 la signora si sottopose ad esami clinici e il 6 novembre dello stesso anno risultò positiva al virus dell’epatite C.
La signora presentò la domanda di risarcimento al ministero della Salute, ma senza un esito positivo.
A quel punto si è rivolta ai due legali. Il 15 dicembre 2001 la commissione medica dell’ospedale riconobbe l’esistenza del “nesso di causalità” tra la terapia e la malattia.
Al processo è stato accertato che il virus venne contratto a seguito della trasfusione del 1974 e così il Tribunale ha condannato lo Stato al risarcimento.