Ha compiuto 30 anni il fortunato film di Giuseppe Tornatore “Nuovo cinema Paradiso” vincitore del premio oscar per il miglior film straniero nel 1990, l’anno successivo alla sua uscita.
Il film è stato presentato nella sezione “Quei ragazzi di Alice nella città” nell’ambito del festival del cinema di Roma.
Alla proiezione era presente anche Giuseppe Tornatore.
“Se potessi cambiare la storia del film forse insisterei con il produttore Cristaldi per non presentare il film a Bari perché non era ancora ultimato, la prima cucitura di un film era all’epoca come un testo scritto a mano. Il film avrebbe dovuto andare a Venezia, ma eravamo troppo in ritardo e così finimmo a Bari, ma neanche a ottobre eravamo veramente pronti”.
Dopo Bari il film venne ritirato, vennero tagliate circa 30 minuti e presentato al festival di Cannes dove nel maggio del 1989 vinse fosse diventato per loro il festival di Lourdes. Perché quando arrivò sulla Croisette nel maggio del 1989 fu premiato.
“Se potessi cambiare la storia del film forse insisterei con il produttore Cristaldi per non presentare il film a Bari perché non era ancora ultimato, la prima cucitura di un film era all’epoca come un testo scritto a mano. Il film avrebbe dovuto andare a Venezia, ma eravamo troppo in ritardo e così finimmo a Bari, ma neanche a ottobre eravamo veramente pronti”.
Dopo Bari il film venne ritirato, vennero tagliate circa 30 minuti e presentato al festival di Cannes dove nel maggio del 1989 vinse fosse diventato per loro il festival di Lourdes. Perché quando arrivò sulla Croisette nel maggio del 1989 fu premiato.
“Io fui in giro per un anno per promuovere il film, a partire da Cannes dove il film fu proiettato l’ultimo giorno e io ero pronto all’ennesima batosta e mi ero persino fatto il biglietto d’aereo per tornare da Nizza all’ora di pranzo subito dopo la proiezione per la stampa. Mi intrufolai nella proiezione per la stampa alla Sala Grande e fui sollevato dalla prima risata, persino un accenno di applauso. Cristaldi lo chiamavano tabellina perché calcolava tutto e calcolò 21 minuti di applausi alla proiezione ufficiale la sera. Dopo il mio primo film Il camorrista il cinema stava vivendo una crisi talmente forte che qualsiasi progetto portassi a Cristaldi mi chiedeva ‘perché il pubblico dovrebbe andare a vedere questa storia?’. Poi tornando a casa mia a Bagheria scoprii che il cinema dove ero cresciuto era stato chiuso. Avevo la sensazione di essere finalmente riuscito a fare il mestiere che amavo ma che ormai era troppo tardi. Quindi il film è frutto di un misto di nostalgia e indignazione, lo pensavo un film di impegno civile: mostrare l’epoca in cui le persone facevano a pugni per entrare in una sala cinematografica”.