C’è anche una villetta ad Altavilla Milicia nel fondo patrimoniale che aveva creato l’ex presidente della Provincia, Giovanni Avanti, secondo la Corte dei Conti, per evitare il pignoramento, dopo la pesante condanna a pagare un milione di euro per una raffica di consulenze illegittime.
A scoprirlo è stata la stessa Corte dei conti.
Gli altri beni che erano stati inseriti nel fondo sono tre appartamenti a Palermo, uno a Gratteri, altri tre a Belmonte Mezzagno e terreni, magazzini, box.
Avanti ha sostenuto che il fondo è stato creato per garantire un futuro ai figli.
Secondo l’edizione palermitana di Repubblica, Avanti si era invece cautelato per tempo: aveva costituito il fondo dopo l’atto di citazione da parte della magistratura contabile. Quando, dopo la sentenza, il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ha avviato gli accertamenti sul patrimonio da aggredire, non ha trovato nulla.
Ma la Procura della stessa Corte dei conti ha chiesto di potere sbloccare quel fondo. Istanza accolta dalla sezione giurisdizionale, che con una decisione di venerdì scorso ha aperto il “forziere”. Il comportamento di Avanti, ha stabilito la Corte, è stato doloso: “Ha agito con la consapevolezza di vanificare la sua garanzia patrimoniale, con evidente ostacolo all’azione esecutiva”. In pratica, l’ex presidente della Provincia ha voluto raggirare il suo creditore, che poi è lo stesso ente che ha guidato per cinque anni. Adesso, se la condanna sarà confermata anche in secondo grado (l’udienza è attesa per marzo), per Avanti scatterà il pignoramento dei beni.