La marcia contro la mafia del 26 febbraio 1983, da Bagheria a Casteldaccia, è stata ricordata questa mattina nel corso di un incontro svoltosi nei locali dell’istituto comprensivo di Casteldaccia “Luigi Capuana”.Ad organizzarla è stato il centro studi Pio La Torre.
Il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto ha ribadito l’importanza di ricordare un periodo tragico per Casteldaccia: “nel 1982 si registrarono circa 12 omicidi. Fu un brutto periodo per il nostro paese. Le cose per fortuna sono cambiate. C’è più disponibilità e sensibilità a parlare di mafia nelle famiglie, nelle scuole e anche nei consigli comunali, cosa che rima non avveniva”.
Hanno preso parte il responsabile del centro studi Vito Lo Monaco, padre Francesco Michele Stabile, uno dei promotori della marcia del 1983 e Giuseppina Seidita, dirigente scolastica.
Nel corso della manifestazione è stato proiettato un video realizzato dai giovani, in cui hanno intervistato genitori e nonni, chiedendo loro cosa fosse per loro la mafia.
I giovani con fati concreti hanno testimoniato il loro impegno contro la mafia.
Vito Lo Monaco ha sottolineato che bisogna “trasmettere ai ragazzi la memoria storica. Bisogna fare un altro passo avanti, verso la sconfitta della nuova mafia.
La marcia del 1983 fu atto di ribellione trasversale di fronte alla mafia.
Dobbiamo trasferire l’impegno della lotta alla mafia e al malaffare, mantenendo sempre gli stessi obiettivi”.
Padre Francesco Michele Stabile, promotore della marcia del 26 febbraio del 1983, ha aggiunto che “l’educazione dei giovani è fondamentale e la memoria è una componente importante per quello che è stata la nostra storia. A volte abbiamo dato ai giovani non buoni insegnamenti, allontanandoci dall’impegno che invece deve essere costante. Bisogna anche fare proposte concrete. Oggi i ragazzi hanno proposto un video importante parlando di mafia con i nonni e i genitori, cosa che era impossibili pensare in altri tempi. E’ importante parlarne nelle famiglie. Occorre il dialogo. La scuola deve avere un compito pedagogico.”
La direttrice Giuseppina Seidita ha aggiunto che l’incontro è stato organizzato su proposta de centro studi Pio La Torre ed è stato bene accolto dalla scuola.
“Condividiamo da sempre i principi. A scuola si lavora per difendere i diritti individuali. Dobbiamo sconfiggere gli stereotipi culturali. Non dobbiamo dimenticare che la mafia è nei nostri territori. Dobbiamo sconfiggere la mafia attraverso iniziative culturali. E i ragazzi lo stanno dimostrando. Hanno organizzato interviste ai nonni su cosa è la mafia. Alla luce delle riflessioni è venuto fuori che è fondamentale rispettare lo Stato e non si può portare avanti la cultura della prevaricazione. I ragazzi da tempo iniziano ad avere uno spirito civico. L’approccio è diverso rispetto a tanti anni fa”.